Finita l’emergenza a Venezia: la città mette in atto strategie per mitigare il dramma che stanno vivendo i veneziani. Sono decisi a ripartire, ma sono costretti anche ad attingere a tanta forza di volontà.
Emergenza a Venezia
Per questo la Confartigianato lagunare si sta organizzando per offrire corsi di sostegno psicologico ai sui associati più provati, mentre i negozianti stanno utilizzando i social e i media per lanciare un appello a a venire a Venezia per acquistare i regali di Natale e portare così un po’ di denaro in cassa.
Gli alberghi di Venezia, inoltre dove le disdette fioccano, chiederanno un euro di contributo ai loro ospiti per aiutare la città tanto danneggiata. Acqua alta a Venezia: istruzioni per il rimborso dei danni
Associazione degli albergatori veneziani
L’idea dell’euro da chiedere a chi soggiornerà in città è dell’Ava, l’associazione degli albergatori veneziani, che ieri ha lanciato l’allarme per le disdette che nel mese di novembre superano il 40%, ma ormai arrivano anche fino ad aprile 2020.
«Gli albergatori sostengono Venezia e sono pronti a chiedere un contributo anche ai loro ospiti – ha annuncia il presidente Ava, Vittorio Bonacini – Ma a causa delle cancellazioni e del blocco delle prenotazioni un pezzo importante della città, con i 10 mila lavoratori veneziani del settore alberghiero, è in pericolo e rischia di andare in crisi. Il messaggio da lanciare è che Venezia è sicura e accogliente: i turisti possono e devono continuare a venire qui». Aperto un conto corrente per le donazioni