Fiorella Mannoia ha pubblicato oggi “Padroni di niente“, il nuovo disco di inediti, concepito durante il primo lockdown che, ha detto: «ha risentito di quel clima sospeso, di quei pensieri su un nuovo Umanesimo, delle riflessioni su che società abbiamo costruito. Ed è un album pieno di speranza, sebbene sia nato in questo 2020, l’anno più brutto dal Dopoguerra». La copertina, ispirata al quadro “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, la ritrae mentre osserva la propria civiltà, ci si specchia dentro e riflette su tutto il bello e il brutto che l’uomo ha costruito.
Fiorella Mannoia ha anche scritto alcune delle canzoni
“Padroni di niente” contiene otto brani, scritti da autori di diverse generazioni: da Ultimo (“Chissà da dove arriva una canzone”) ad Amara (che firma la title track), da Bungaro (“Olà” ed “Eccomi qui”) a Simone Cristicchi (“La gente parla”) e dalla stessa interprete romana, che ha già calendarizzato il tour, in partenza il 12 maggio prossimo da Bologna (QUI potete acquistare i BIGLIETTI): «A maggio dobbiamo ripartire. In un modo o in un altro… O sarà un disastro».
Album figlio del momento, ma affronta temi universali
Pur essendo figlio di un momento così preciso e forte della nostra storia, l’album affronta temi universali: «Ci sono pezzi che non hanno tempo: un concetto come quello di “Padroni di niente” è sempre attuale, così come “La gente parla”, che è una riflessione anche su quello che accade sulle reti social, tutti esperti, tra insulti, giudizi e prediche». Così come è un concetto universale quello raccontato in “Solo una figlia”, le storie tragiche di due ragazze, una sposa bambina e l’altra vittima di violenza. Un brano, questo, che nasce dalla formula della “canzone sospesa”, inaugurata dalla Mannoia nel precedente disco, che prende spunto dalla tradizione napoletana del “caffè sospeso”: uno spazio riservato a un’artista emergente, in questo caso Olivia XX.