Le accuse compromettono la sua idoneità secondo il consiglio di amministrazione, mentre il Sindaco annuncia la non rinnovazione dell’incarico. Sgarbi, legato al Veneto, è stato protagonista nella scena culturale, ma ora affronta anche una causa legale contro “Report” e la Rai.
Sgarbi, dopo Report, non presiederà più la Fondazione Canova di Possagno
Vittorio Sgarbi, travolto nella bufera scatenata dalla trasmissione televisiva “Report” non continuerà a presiedere la Fondazione Canova di Possagno nel 2024.
Con la chiusura del bicentenario canoviano il Sindaco di Possagno Valerio Favero ha colto l’occasione per annunciare che l’incarico a Sottosegretario alla Cultura non sarà rinnovato. La decisione, ha spiegato il primo cittadino al Gazzettino, era già stata presa due mesi fa.
Una personalità non idonea al ruolo
Ma l’inchiesta giornalistica che getta ombre sul critico d’arte entra in collisione con l’ordinamento della Fondazione che richiede espressamente una compressione integra delle persone che se ne occupano e il fatto che il presidente sia indagato lo renderebbe non idoneo a dirigere la Fondazione secondo il consiglio di amministrazione.
La vita di Vittorio Sgarbi si è intrecciata spesso con il Veneto e con Venezia, dove è apparso recentemente nel marzo scorso per presentare la mostra allestita a Palazzo Ducale dedicata a Carpaccio. Anche se il suo rapporto con la città nasce molto prima, nel 1974, con un ufficio alla Soprintendenza. Nel 2010 ne diviene il soprintendente e nel 2014 si dimette. Nel frattempo è stato anche curatore del Padiglione Italia.
La querela e il risarcimento danni
Vittorio Sgarbi ha querelato report e alla Rai ha chiesto 5 milioni di euro di risarcimento danni per le lesioni arrecate alla sua immagine. Si dichiara ovviamente innocente.
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