La chiusura delle fontane in questi giorni è al centro di proteste e polemiche. Perché per un verso costituiscono uno spreco d’acqua. Ma per un altro hanno una funzione di refrigerio e anche di aggregazione sociale.
Fontane antispreco
La tecnologia ha però trovato la quadra. E’ possibile costruire fontane, sia pubbliche che private, con un sistema di riciclo dell’acqua, continuamente filtrata. Che da refrigerio anche se non è potabile.
Gianluca Orazio, Ecosystem
“In caso di siccità, come sta succedendo quest’anno, può essere importante chiudere quelle fontane. Laddove non ci sia un sistema di controllo del carico dell’acqua. Ci sono molte fontane in Italia che hanno ancora acqua da perdere, non hanno un impianto di filtrazione o magari è semplicemente fuori uso, non manutentato. E’ importante chiudere quelle fontane che non hanno un sistema di gestione dell’acqua. Dall’altro però va previsto immediatamente un piano di restauro tecnologico e quindi implementare un controllo del carico automatico e una gestione della filtrazione dell’acqua. Che ci permetta di mantenere sempre la stessa acqua all’interno della fontana”.
Cos’è in grado di fare l’ennesima app?
“La tecnologia ci permette, per esempio con l’app “My fountain“, di avere un rapporto diretto con la fontana, di interagire con lei. Ma lei stessa può darci delle informazioni o mettersi in è protezione nel momento in cui c’è un anomalia. Questo ci viene segnalato e si può intervenire immediatamente. L’aspetto più importante è poter raccogliere una serie di elementi, di dati e una storicità sui consumi. Quindi tarare un modello di fontana in funzione di quelli che sono i dati che abbiamo raccolto”. Spiega Gianluca Orazio.