Formazione è la parola chiave per affrontare intanto il 2023 e poi si vedrà. Se perché in questo momento la Confindustria prevede una crescita dell’occupazione nei prossimi tre mesi di 134 mila addetti, l’industria, soprattutto quella veneta, ha ripreso a correre e nella regione si conta che il fabbisogno di lavoratori superi 10.000 unità il numero di occupati registrati nello stesso periodo dello scorso.
La domanda di lavoro che è rivolta prevalentemente ai giovani al di sotto dei 29 anni è legata alla formazione, che spesso manca. Il punto dolente di quei 134 mila posti di lavoro a disposizione, è il rischio che ne vengano coperti soltanto metà.
Formazione ai giovani
L’assessore regionale alla formazione Elena Donazzan ha proposto di far fare la formazione ai giovani sui posti di lavoro, rispondendo a una richiesta che le imprese avanzano da anni nella regione. In molti hanno chiesto di affidare i fondi alle imprese anziché a società collegate dal mondo del lavoro.
Ora i nodi sono arrivati al pettine. I cantieri del PNRR, la brusca ripartenza per recuperare il tempo perso durante l’emergenza covid richiede informatici, tecnici specializzati e dirigenti e i talenti sono contesi. Introvabili sono soprattutto i diplomati ITS in ambito meccatronico, digitale, efficienza energetica, sostenibilità e moda.
Il progetto di Confindustria
La Confindustria punta a catturare l’attenzione dei ragazzi già dalla scuola media, con lezioni – spettacolo con video animazioni per conquistare ragazzi e soprattutto i genitori. E quest’ultimo progetto annunciato in questi giorni, si vedranno gli effetti tra qualche anno.
Gli immigrati
Intanto gli imprenditori chiedono di aprire le porte agli immigrati con flussi organizzati e selezionati. Nel mondo delle imprese agromeccaniche ad esempio, è stata presentata una proposta di legge per l’istituzione di un albo che consente di accedere, tra le altre cose, anche ai fondi per fare formazione nell’uso delle macchine sempre più sofisticate.
E’ talmente vitale coltivare nuovi tecnici, che se non si dovessero trovare, rallenterebbero settori determinanti per l’economia e la società.
Il commento di Gianni dalla Bernardina
“Noi titolari della aziende purtroppo siamo ancora qualificati come artigiani quindi non possiamo avere quegli aiuti negli investimenti che ci potrebbero dare una mano ad ammortizzare il costo imprenditoriale delle macchine. il fatto che l’Albo preveda dei fondi è un passaggio fondamentale. Ricordiamoci che il nostro obiettivo principale è che tutta l’attività, quindi anche l’imprenditore titolare, venga compresa nel mondo agricolo perchè possa avere questi sostegni.”
Il commento di Giuseppe Pan
“Lombardia, Emilia e Veneto fanno quasi la totalità dell’agricoltura intensiva e dell’agro-meccanica in Italia. Quindi sicuramente fare squadra per costruire un futuro a queste imprese, che sono 18000 e che comunque fanno un grosso servizio all’agricoltura regionale e nazionale, è importante”