La canzone Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani fa ballare grandi e piccoli come vediamo in questa esibizione live davanti al pubblico di “Suoni di Marca” a Treviso.
Ha vinto il Festival di Sanremo 2017 con una canzone orecchiabile, divenendo uno dei fenomeni del web, ma in “Occidentali’s Karma” di Francesco Gabbani c’è molto più di una scimmia. L’affascinante cantautore 34 enne ha dominato il televoto grazie a un brano fresco e immediato e una coreografia semplice e simpatica, conquistando inoltre l’attenzione della stampa al di fuori dell’Italia.
Ma i movimenti e il sex appeal non sono le uniche qualità a rendere “Occidentali’s Karma” così memorabile?
Nelle prime due frasi della canzone entriamo subito in contatto con William Shakespeare ed Erich Fromm. L’iconico “Essere o non essere”, la frase d’apertura del monologo recitato da Amleto durante la scena del convento nell’omonima opera di Shakespeare, incontra il libro di Fromm “Avere o essere?”, pubblicato nel 1976.
Nella sua opera, lo psicanalista tedesco menziona la corsa della società moderna al materalismo e di come la gente preferisca il “dovere” all’”essere”. Gabbani utilizza lo stesso concetto come punto cardine di “Occidentali’s Karma”.
Quando canta del fenomeno internet, Francesco cita gli Alcolisti Anonimi (AA), l’associazione, diffusa in tutto il mondo, che si occupa del recupero di persone che hanno problemi di dipendenza da alcool. Tuttavia egli suggerisce che a dover essere aiutati oggi nel recupero siano gli ossessionati dai selfie.
E cosa dire del “panta rei” (“tutto scorre”)? Il motto, enunciato dal filosofo pre-socratico greco Eraclito, ci ricorda che nella vita “tutto si muove e nulla sta fermo, non potresti entrare due volte nello stesso fiume” perché “in quel fiume sopraggiungeranno acque sempre nuove”.
Il ritornello ci fa entrare in una dimensione mistica, piena di riferimenti al buddismo. “Nirvana” non ha nulla a che fare con la band grunge che scalò le classifiche negli anni ’90. Come molti già sapranno, rappresenta il punto più alto a cui aspirare dopo aver perso ogni contatto con le passioni e i desideri mortali.