Il conduttore Alfredo Aiello apre “Venezia Città Stato?” chiedendo al Dottor Francesco Noce come i medici abbiano vissuto gli effetti della pandemia sulla struttura dei medici di medicina generale. Inoltre, chiede se ci siano stati problemi particolari.
Francesco Noce, Federazione Regionale OMCeD
“La situazione è stata molto complicata, soprattutto per la medicina del territorio. Io ricordo quando successe il primo decesso, intorno al 23 febbraio, all’Ospedale di Schiavonia, e ci trovammo subito in un Comitato di Emergenza. A questo erano presenti varie istituzioni, la Prefettura, la Protezione Civile, per cercare di organizzare un po’ tutto. Sia da un punto di vista ospedaliero, che da un punto di vista territoriale. Dopo pochi giorni, tutti i presidenti degli ordini dei medici si sono riuniti con il Presidente Zaia, e si è fatto il punto della situazione, dettando alcune regole. Con queste si sono istituite delle linee guida per i medici su come comportarsi.
Purtroppo, però, i dispositivi di protezione individuali sul territorio erano inesistenti. Alcuni medici andavano a fare delle visite mettendosi addosso dei sacchi di plastica, di quelli che si usano per l’immondizia, per avere una certa protezione. Le cose erano difficili in questo periodo. Tra l’altro, devo dire che tutto sommato il sistema ha tenuto. Sono state istituite le Unità Speciali di Assistenza (USDA), che erano dotate di dispositivi di protezione individuale, e che potevano andare a visitare a domicilio. E’ stato un periodo molto difficile, comunque.
La paura delle persone durante il Covid
Io capisco anche che molte persone erano impaurite e dubbiose. D’altronde si trattava di una patologia di un virus sconosciuto. Però i medici ricevevano di media 150 telefonate al giorno per le ansie delle persone. Diventava quasi impossibile per i medici che lavorano singolarmente far fronte a tutte queste esigenze. Ecco perchè ci sono state lamentele di qualche assistito che non trovava il medico.
Ma tutto sommato il sistema ha tenuto. Tanto è vero che nella prima ondata il Veneto è stata la regione che ha avuto meno problemi per quanto riguarda il contrastare la pandemia. Nella seconda ondata invece è stato un po’ diverso”.
I problemi burocratici dei medici di medicina generale
Il conduttore Alfredo Aiello aggiunge un’osservazione. Con il sopraggiungere della pandemia, i problemi burocratici dei medici di medicina generale si sono elevati.
A questo Francesco Noce commenta: “la burocrazia, purtroppo, è uno dei cancri della sanità. Soprattutto perchè sottrae tempo di cura ai malati. Nella pandemia si è accentuato molto il problema, perchè si sono dati ai medici di medicina generale dei compiti ulteriori. Questo perchè il sistema faceva fatica ad andare avanti. E’ stato dato loro, ad esempio, il compito di fare contact tracing, cioè di individuare tutte le persone entrate a contatto con un positivo di Covid e di seguirle nel tempo. Si è dato loro anche il compito, ad esempio, di attuare dei provvedimenti di isolamento, di rilasciare certificazioni, e di fare le vaccinazioni.
Tutti questi compiti si sono aggiunti a tutta quella che è l’attività giornaliera di un medico, che ogni giorno vede una quarantina di persone al giorno”.