Gabriella Chiellino sula prevenzione dalle fake news
Paolo Dalla Vecchia. “Sei da sempre in prima linea e ti spendi con grande passione. Che cosa su può fare per favorire una corretta informazione scientifica a fronte di un’ondata sempre più travolgente di fake news e disinformazione?”
Gabriella Chiellino: “Questa è una cosa importantissima in tutti i settori. Innanzitutto io in questi anni sono una di quelle studentesse che all’università ha lavorato e studiato con una comunità scientifica molto divisa. C’era la parte americana che, forse per i grandi giacimenti petroliferi, sosteneva che il buco dell’ozono e il cambiamento climatico fossero una cosa normale, che non era avvenuto per via dell’essere umano.
Lo avevano paragonato a un’era geologica, solo che è arrivato in cent’anni, mentre l’era geologica ha parecchie differenze. Poi c’era la comunità scientifica di cui faceva parte, ad esempio, il professor Zanetto. Lui a Venezia ha fatto molto, anche partecipando all’istituzione del parco scientifico tecnologico Vega, e con il professor Marcomini.
Loro erano la corrente che ci faceva vedere i dati. Quindi noi a 20 ani avevamo due strade, ma ci hanno insegnato a guardare chi guardava i dati. Chi riceve delle notizie diverse dal credere che oggi siamo immersi in un fenomeno vero di ambiente e surriscaldamento del pianeta deve andare a vedere da dove arriva quella news.
Importante vedere anche dove vanno i poteri forti
Ci sono dei poteri forti quelli legati all’oro nero, che si sono resi conto che non è quello l’oro vero. Il prossimo evento sul clima si svolgerà a Dubai, gestito da un emiro che ha le sue proprietà di petrolio ma che ha già investito nel più grande impianto fotovoltaico al mondo. Quindi dobbiamo vedere dove stanno andando i poteri forti, che stanno investendo sulle fonti rinnovabili sul fotovoltaico, anche perché il sole è gratis.
C’è molto lavoro sull’idrogeno e sulla biotermia, quindi il delta della temperatura dell’acqua sotto i nostri piedi, c’è l’eolico. I grandi investimenti finanziari stanno andando lì. Chiediamoci il motivo. Pensiamo poi che se il papa smuove la più grande comunità scientifica al mondo e dice che stiamo vivendo su disuguaglianze climatiche e sulla povertà, un po’ di credibilità anche ecumenica deve averla”.
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