Cultura e SpettacoloMusei a Venezia

Gallerie dell’Accademia: 2 nuovi saloni dedicati alla pittura del ‘600 e ‘700

E’ stato inaugurato questa mattina nei Saloni Selva-Lazzari delle Gallerie dell’Accademia di Venezia il nuovo percorso espositivo dedicato alla pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento e Settecento

E’ stato inaugurato questa mattina nei monumentali Saloni Selva-Lazzari delle Gallerie dell’Accademia di Venezia il nuovo percorso espositivo dedicato alla pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento e Settecento.

Una selezione di 63 opere, mai esposte prima d’ora o mai ammirate nella veste attuale. Frutto di un importante intervento di restauro per dare nuova luce e cromaticità ai dipinti.

Gallerie dell’Accademia

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del ministro della Cultura, del presidente della Regione Veneto, dell’assessore al Turismo e alla Coesione sociale del Comune di Venezia, di rappresentanti istituzionali, autorità civili e militari.

Presenti inoltre il direttore generale Musei Massimo Osanna, Toto Bergamo Rossi direttore di Venetian Heritage, che ha finanziato l’allestimento delle sale e il recupero di alcune opere, e Cristiano Venturi, Chief Executive dell’azienda che ha realizzato l’impianto di illuminazione a led.

Gli ospiti hanno sottolineato l’importanza di sapere fare rete sul territorio con un obiettivo comune. Tutelare il patrimonio artistico e culturale italiano, come anche la capacità di stringere sinergie tra pubblico e privato per salvaguardare le opere d’arte.

L’ulteriore importante contributo alla rinascita di Venezia, in sicurezza, alla vigilia dell’inaugurazione della Mostra internazionale del Cinema.

“Un museo nel museo”

I visitatori hanno definito il nuovo allestimento “Le Gallerie che non ti aspetti” e anche “Un museo nel museo”. Ottocento metri quadrati di spazi espositivi predisposti per valorizzare opere che erano nei depositi e far comprendere l’evoluzione artistica della scuola pittorica locale.

Restituire circolarità al percorso espositivo al piano terra con un anello di congiunzione tra la prima sezione, inaugurata nel maggio 2015 (sale 1-4) e l’ultima, aperta nel gennaio 2016 (sale 7-13).

“Con questa iniziativa – ha dichiarato il direttore Giulio Manieri Elia, che ha curato il progetto insieme alla vicedirettrice Roberta Battaglia e a Michele Nicolaci – le Gallerie dell’Accademia diventano il luogo privilegiato, nel panorama mondiale, per conoscere un tassello importante e ancora poco noto della storia dell’arte. Nello specifico, della pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento, che per la prima volta viene rappresentata in museo con uno spazio interamente a essa dedicato”.

Le opere da ammirare

La sala 5 ospita opere di grande formato del Seicento veneziano giunte per lo più da chiese ed edifici religiosi della città, frutto di innesti provenienti dai pittori ‘foresti’. Si possono ammirare le monumentali pale di Luca Giordano, come la Deposizione di Cristo dalla croce e di Pietro da Cortona.

All’interno del vasto spazio sono stati identificati alcuni approfondimenti tematici. Ad esempio, quello dedicato alla decorazione della chiesa veneziana dell’Ospedale degli Incurabili, andata distrutta nel 1831. Oggi viene presentata per la prima volta in assoluto la Parabola delle Vergini sagge e delle Vergini stolte di Padovanino, restaurata e riallestita a soffitto per restituirne la corretta visione dal basso in alto. In esposizione anche un ampio frammento della Parabola del banchetto di nozze di Bernardo Strozzi e due lunette di Giovanni Battista Langetti, principe dei “tenebrosi”.

La sala 6 propone invece uno sguardo d’insieme sulla variegata produzione pittorica veneziana del Settecento, con alcune sottosezioni tematiche. A dominare lo spazio, suddiviso in tre navate, di cui una dedicata interamente a Giambattista Tiepolo, il Castigo dei serpenti. Una tela lunga più di 13 metri, proveniente dalla Chiesa veneziana dei Ss. Cosma e Damiano.

Alle pareti anche opere di Gianantonio Guardi, Pietro Longhi, Giulia Lama, Francesco Zuccarelli e Alessandro Longhi. Il suo monumentale ritratto della famiglia Pisani chiude il percorso introducendo alle sale dedicate all’800.

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