Gasparoni: “Il guaio della sanità parte da lontano”

L'intramoenia e l'unione del livello di medicina specialistica e ospedaliera sintomo strutturale del sovraccarico lavorativo della sanità

Nuova puntata di “Sanità Eccellente per Tutti” condotta da Luigi Gandi dal titolo “Rispose sanitarie costose e lente ai cittadini ammalati”. In studio abbiamo: Roberto Barbiero, Pietro Gasparoni, Carlo Trevisan e Gianni Frasson. Al telefono è intervenuto il medico sindacalista dello SNAMI, Sebastiano Galioto.

Luigi Gandi: “Abbiamo in studio anche un altro medico, il dottor Pietro Gasparoni. Come commenta quando riportato dal dottor Galioto?”

Pietro Gasparoni, medico: “Io credo che il guaio della sanità parta da molto lontano. Io ho vissuto nel pubblico a livello ospedaliero. Una volta l’ospedale serviva fondamentalmente ad un’utenza di emergenza. Poi è diventato l’ospedale della specialistica per cui l’affluenza in ospedale per le visite specialistiche.

Quindi un sovraccarico lavorativo per non solo la degenza, ma anche l’attività rivolta all’esterno. Un’altra tappa, a mio avviso fondamentale, è la nascita dell’iperspecialistica e parlo da medico di medicina interna che ha avuto la fortuna di vivere in un’epoca in cui ha fatto di tutto.

L’intramoenia

Pietro Gasparoni, medico: “Un’altra tappa terribile è quando la Bindi permise ai medici ospedalieri e pubblici di fare la libera professione.”

Intervento telefonico di Sebastiano Galioto, medico di famiglia: “Il collega parlava sicuramente dell’intramoenia. Effettivamente, ha ragione il collega quando si diede ai medici ospedalieri di fare attività professionale specifica si sono caricati di qualcosa in più. Inizialmente il sistema era molto semplice.

Avevamo la medicina di base con il classico medico della Mutua ovviamente mutuato con le varie casse mutue. C’era poi il servizio specialistico con i famosi poliambulatori INPS o INAM e dopodiché l’ultimo livello, ossia l’ospedaliero. Con la riforma Bindi, come giustamente ha fatto notare il collega, hanno fuso la parte specialistica e con l’ospedaliera. È lì che è nato questo grosso sovraccarico che ci portiamo ancora oggi”.

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