Giampiero Beltotto: Il teatro agli arresti domiciliari

Il mondo dello spettacolo arriverà per ultimo: si parla di altri duemila posti di lavoro a rischio nel Veneto.

Il presidente del Teatro Stabile del Veneto Giampiero Beltotto punta su piazze all’aperto per l’estate e sui capannoni dismessi per l’inverno. Se il governo deve decidere del teatro che si rivolga almeno a chi del teatro ha una minima nozione. Con la situazione attuale gli astisti hanno una prospettiva terribile di fronte. Bisogna capire che cosa fare nell’immediato anche se i teatri nel Veneto in estate di norma rimangono chiusi, si può cominciare a ragionare insieme alle amministrazioni locali su come offrire qualcosa al Veneto.

Siamo in Economia di guerra e come tale dobbiamo agire. Il teatro pubblico fa la sua parte e deve essere centrale rispetto all’offerta che avverrà tra luglio e la fine di settembre. Il teatro Stabile di Venezia ha come riferimento l’operato della Biennale di Venezia.

Giampiero Beltotto e il Teatro Stabile del Veneto

Certamente qualcosa andrà perso ma il tema fondamentale è non perdere tutto. I comuni di Padova Venezia e Treviso, soci del Teatro Stabile del Veneto, devono creare un cartellone estivo che non si sovrapponga a nulla per essere d’aiuto a tutti i sindaci che lo vogliano ed offrire ai concittadini un servizio prezioso. Secondo Giampiero Beltotto è l’occasione per mettere alla prova la solidarietà tra il teatro e gente che lo vive, tra gli attori e le strutture burocratiche.

Stagione invernale

Per l’inverno invece l’idea è quella di rimettere a nuovo vecchie strutture come capannoni dove traferire le produzioni più importanti. Nelle vecchie strutture teatrali si potrebbe mettere in scena spettacoli meno impegnativi e che non risentono del pubblico ridotto.

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