Giancarlo Tomasin evidenzia che il problema di Venezia va considerato nel contesto più ampio dell’Italia e dei paesi industrializzati. Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, per circa 35 anni, si è registrato un progressivo avvicinamento tra ricchi e poveri, grazie a programmi di welfare ben strutturati. Tuttavia, questa tendenza è cambiata nel corso del tempo, portando a un aumento delle disuguaglianze socioeconomiche.
La proposta di concentrarsi sul lusso per preservare l’accessibilità di Venezia
Secondo Tomasin, Venezia è costosa a causa della sua origine, costruita da ricchi mercanti che avevano stabilito accordi internazionali. La manutenzione dei palazzi e la gestione generale della città sono stati e sono costosi e impegnativi. Egli ritiene che sia necessario concentrarsi sulla ricchezza, in particolare nel settore del lusso, per mantenere il fascino di Venezia e garantire che sia accessibile a tutti, indipendentemente dallo status economico.
Affrontando il problema della mancanza di una struttura adeguata per ospitare fiere a Venezia, Tomasin suggerisce che la città potrebbe capitalizzare sul suo richiamo mondiale concentrandosi su fiere di prodotti di lusso come moda, cosmetici e gioielleria.
Egli sostiene che mantenere Venezia come un’attività economica redditizia è fondamentale per garantire che sia accessibile a tutti, ricchi o poveri.
La trasformazione del turismo veneziano: dalla quantità alla qualità
Giancarlo Tomasin affronta anche il problema degli alloggi. Egli sostiene che per ottenere alloggi convenzionati a Venezia sono necessari fondi che al momento né la regione, né il Governo italiano o europeo sono in grado di fornire. Egli ritiene che la città debba trovare alternative per procurarseli.
Tomasin cita iniziative come la Fiera dell’artigianato del lusso all’Arsenale e il Salone Nautico come eventi da conservare, ma che dovrebbero essere parte di un programma annuale più ampio.
Infine, Tomasin conclude affermando che il turismo a Venezia deve trasformarsi da un modello basato sulla quantità, dannoso per la città, a uno basato sulla qualità.
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