gIANMARIA torna sulla scena con il singolo “Estate Disperata”, brano che offre una riflessione sull’adolescenza dell’artista, e, parallelamente, con il romanzo “Stagno”.
Da XFactor all'”Estate Disperata”
Gianmaria Volpato, noto come gIANMARIA, è un cantautore vicentino del 2002. Salito alla ribalta nel 2021 con XFactor, trasferitosi a Milano per proseguire la sua carriera musicale. Ha pubblicato singoli come “Tutto o niente”, “Mamma scusa” e “I suicidi”, seguiti dall’EP “Fallirò” nel 2022 e dall’album “Mostro” nel 2023. Vince Sanremo Giovani con il brano omonimo, accedendo a Sanremo 2023.
Il 10 maggio uscirà il brano “Estate Disperata” per Epic / Sony Music Italy e prodotto da Antonio Filippelli e Gianmarco Manilardi. È un brano dal sapore malinconico che sfida gli stereotipi dei tormentoni estivi. La sua continua ricerca sonora tra rock, cantautorato e urban si evolve in questo nuovo lavoro della sua carriera artistica.
Le parole dell’artista: “Estate Disperata è probabilmente il brano più leggero che abbia mai scritto. Nel testo del brano ho cercato di offrire delle immagini ben chiare di alcuni momenti importanti tra i miei 14 e 18 anni. Le mie estati da adolescente le ho vissute così, in modo leggero e sempre in viaggio, pur rimanendo emotivo, a volte malinconico. Questo brano racchiude esattamente questo: le mie estati passate”.
“Stagno”, il debutto letterario di gIANMARIA
Il 28 maggio, poi, gIANMARIA debutterà anche in libreria con il suo primo romanzo dal titolo “Stagno”, edito da Mondadori.
“Stagno” offre un’intensa immersione nella vita di Italo, un giovane cresciuto in una sconosciuta e pigra provincia insieme alla madre Stefania, affascinante proprietaria di un centro estetico. Sebbene Italo sia un bellissimo ragazzo, disprezza l’attenzione che riceve. Solitario, tranne per l’amicizia con Patrick, Italo si trova immerso in una realtà stagnante, evidenziata dalle visite al lavaggio auto, feste di compleanno affollate e commemorazioni di un antico crimine. È un ritratto di una vita alienata, in cui solo Italo sembra cogliere l’immobilità inutile che lo circonda.
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