Siamo in collegamento con Gianni de Luigi, che tra un po’ deve scappare. Lui è impegnato sul fronte del ricordo degli orrori delle deportazioni. E fra un po’ lo attendono a Venezia per un incontro. Ci facciamo raccontare da lui quello che oggi farà. Naturalmente ci racconterà di un altro luogo della deportazione di cui si parla poco: la risiera della morta. San Saba Lager. Si parla molto di Auschwitz, di Dacau, ma di questa risiera non si parla ed era davvero terribile. Lui come attore e regista presenterà un documentario; ne abbiamo approfittato perchè ci racconti quello che racconterà fra poco anche a questo convegno. Grazie Gianni de Luigi di questo collegamento.
“Per l’iniziativa del club UNESCO di Venezia, e del responsabile della segreteria d’Europa qui a Venezia; ci sarà questo importante incontro. È un documentario che racconta questa visione della risiera di San Sabba. E quindi tutta la rete di luoghi in Italia e in tutta Europa; dove i nazisti decimavano e uccidevano gli ebrei e non solo. Anche omosessuali, gli zingari.
Anche i disabili. Erano considerati un peso. La risiera è estremamente brutta; provate ad immaginare chi ci veniva condotto legato.
“Come sempre i nazisti quando erano nella ritirata, hanno distrutto tutto. C’è un museo di San Sabba; però molte parti sono state completamente distrutte. Non volevano ci fossero delle testimonianze; anche architettoniche. Questa risiera è vicino a Trieste. Vicina all’Austria, e molti nazisti arrivavano da lì. Triestini che diventavano nazisti. Non solo. Si sa che molti nazisti e molti italiani, il 15% non crede nell’olocausto. Quindi io come attore e regista, mi sento in dovere di testimoniare per tutti quelli che hanno sofferto questa immonda esperienza.”
Tra l’altro appunto è stato un anno terribile secondo una relazione diffusa in queste ore; riguardo la persecuzione degli ebrei. L’ultimo episodio è stato appunto di quel dodicenne preso a sputi e calci da suoi coetanei. Chiaramente si tratta di un episodio legato a ragazzi giovani; quindi forse va anche inquadrato in quel contesto. Però vuol dire che è dura scalfire questa cultura terribile contro gli ebrei.
“È dura. Ma teatro, cinema, lo spettacolo ha sempre cercato la testimonianza. C’è sempre. Quello che vorrei è che si facesse un’educazione di questo. Purtroppo si fa sempre riferimento alla scuola. Ma non è solo la scuola. Evidentemente questi ragazzi o in famiglia o insieme ad altri compagni; hanno avuto una specie di racconto falsato. Di quello che è la memoria. Questo è il grande problema. Perchè non si può dire che sono delle ragazzate.”
Non sono delle ragazzate; è più facile accettarlo da ragazzi che si ritiene siano immaturi. Tra l’altro nei giorni scorsi ho intervistato Calimani e gli ho detto: ‘Non sarebbe il caso di chiedersi perchè ancora oggi accade?’
“Certo. Io credo che una delle ragioni che scrivo nella mia testimonianza è proprio quella. Bisogna che tutto lo spettacolo; senza fare un giorno solo uno spettacolo gigantesco con molte iniziative. Bisognerebbe centellinarle di più. E cercare di entrare nelle scuole in maniera capillare. Non presentandolo subito come una cosa orrenda; ma capire lentamente quali sono i processi. Se si vedono i videogiochi; l’annientamento dell’altro ormai è diventato educativo.”
Sono d’accordo. Far capire i processi mentali che hanno portato a. Perchè non serve a niente dire ‘Li hanno messi in un forno e li hanno incendiati’. Hai ragione. Grazie Gianni de Luigi. Ti lasciamo andare. Grazie per il tuo impegno di tutti questi anni per il giorno della memoria.