Erano completamente in rovina. Ma ora, grazie al restauro progettato dalla Fondazione Venice Gardens, dal 2014 al 2019, i Giardini Reali hanno ripreso a vivere, e con molte più essenze arboree di un tempo, al punto di ottenere il premio European Heritage Europa Nostra Award, assegnato dalla commissione europea.
“Questo premio”, ha dichiarato Luca Zaia, “rappresenta bene l’idea di un’odierna Venezia. Non solo città-museo, ma luogo ove passato e futuro dialogano, dando vita a progetti e iniziative importanti che rendono viva e ospitale la città”.
Il principio ispiratore del tributo è la protezione del patrimonio culturale comune europeo. Questi giardini risalgono al periodo napoleonico. Verso la metà del ‘900 hanno perso essenze arboree ed erano fatiscenti le strutture, come il padiglione neoclassico realizzato dall’architetto Santi fra il 1816 e il 1817, e il pergolato ottocentesco in ghisa.
Adele Re Rebaudengo sui Giardini Reali
Adele Re Rebaudengo, presidente Venice Gardens Foundation: “I Giardini Reali si trovano nel cuore della città di Venezia, si estendono per una superficie di circa 5000 m.q. Sono un’isola, infatti sono circondati da canali. Si affacciano sul bacino marciano, connessi nuovamente a piazza San Marco attraverso il restaurato ponte levatoio.
Nel dicembre 2014, l’agenzia del demanio e la città di Venezia hanno affidato in concessione a Venice Gardens Foundation il compendio monumentale dei Giardini Reali, affinché ne curasse il restauro e la conservazione nel tempo.”
La realizzazione del progetto
Adele Re Rebaudengo: “Per la realizzazione del progetto, sostenuto da Assicurazioni Generali, la fondazione ha affidato il restauro botanico all’architetto paesaggista di fama internazionale Paolo Pejrone. L’intervento botanico è stato conservativo per quanto riguarda il disegno e le architetture del giardino. Quindi, vi è una scansione rigorosa della aiuole, proprio come il classico giardino all’italiana dell’800.
Tuttavia, è innovativa dal punto di vista sperimentale botanico e giardiniero. Il lungo pergolato in ferro e ghisa che rappresenta il cuore del giardino è stato restaurato e conservato in tutti i suoi elementi originali ottocenteschi. Nel giardino abbiamo messo a dimora 25 alberi ad alto fusto, 832 arbusti, 6560 specie erbacee, 3150 specie bulbose e 68 rampicanti”.
Aperti nel 2019, i giardini stanno mostrando il meglio di sé ora, a distanza di altri 4 anni. Hanno già ottenuto nel 2022 il riconoscimento di “parco più bello d’Italia”.
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