I vaccini proteggono e il test per misurare gli anticorpi presenti nell’organismo non servono. E’ sufficiente quella che si vede nella vita reale. Lo ha spiegato oggi nella sede della protezione civile il virologo e presidente del’Aifa agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù.
Il commento di Giorgio Palù
Queste le sue parole. “Non esiste ancora per questa malattia, un parametro immunologico di protezione. Diversamente da altri virus respiratori o dai modelli animali o dallo stesso Covid-19 nel macaco, gli anticorpi neutralizzanti non sono una misura certa di protezione. Lo è però per altri virus respiratori come l’influenza. Come CTS abbiamo sempre detto che è inutile che andiamo a dosare e a far spendere 40€ ad una persona vuole vedere gli anticorpi e non sono una misura di protezione. Sono fatti con test uno diverso dall’altro”.
Continua Giorgio Palù. “Conta molto di più quello che ci hanno detto i miliardi di soggetti, dove si è visto che una dose e due dosi proteggono fino a tot. La vita reale ci ha detto che con gli esperimenti fatti dagli israeliani, con gli esperimenti fatti dai britannici, dagli scozzesi e dagli americani, l’Italia langue in questo tipo di ricerca. Avremmo bisogno di averli questi dati. Qualche laboratorio li fa ma non li fa a livello coordinato”.
“Tutta la Scozia prende i campioni, l’Inghilterra lo stesso e Israele ha preso una popolazione che è uguale a quella della Lombardia e l’ha studiata. Ci hanno detto che com’era naturale attenderci, anche dopo la seconda dose, la protezione nei confronti dell’infezione clinicamente diminuiva. Ricordiamo che Pfizer e Moderna proteggono al 94/95% dall’infezione. Quella protezione diminuiva prima al 70%, dopo al 60%, dopo al 50% e dopo al 45%. Anche loro però si sono accorti che la protezione del Covid grave e della mortalità era ancora molto alta: al 95%”.
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