Il punto di Renzo Mazzaro, nei giornali c’è un nome e un cognome di un giornalista che è responsabile, al quale noi ci possiamo rivolgere
Il Punto di Renzo Mazzaro
“Oggi voglio parlarvi di giornali. Il discorso sarebbe lunghissimo, ma lo facciamo brevissimo. Chi parla male dei giornali ha ragione, ma senza giornali le cose andrebbero molto peggio.
Pensate, uno dice una cosa al suo vicino, il suo vicino all’altro vicino e dopo tre passaggi, come diceva mio nonno, una mosca diventa un cavallo. Almeno, nei giornali, c’è un nome e un cognome di un giornalista che è responsabile, al quale noi ci possiamo rivolgere per quello che avesse scritto di poco simpatico o di scorretto.
È anche vero che i giornali raccontano sempre, preferibilmente, cose spiacevoli. Questo purtroppo dipende dal fatto che, la moneta cattiva scaccia quella buona. Succede dappertutto. Non è facile rimontare.
Un grande giornalista di altri tempi, che si chiamava Indro Montanelli, aveva inventato, ai suoi tempi, nel giornale, prima che lo comprasse Berlusconi, una rubrica che pubblicava la domenica. Era una pagina intera intitolata L’Italia che funziona. Erano interviste a persone normali. Gente che raccontava il mestiere che faceva, quello che era accaduto loro. Erano storie che però, era bello leggere.
Ecco, qualcosa del genere sta facendo oggi, per esempio, il Corriere della Sera. In una pagina che pubblica il lunedì, che si chiama Italiani, e sono interviste. Però, a persone famose, molto lunghe e dettagliate, però a persone note. E che è la stessa cosa che fa, per esempio, da molti anni, un giornalista veronese che si chiama Stefano Lorenzetto, che intervista, in interviste lunghissime, persone famose. Però, saltano fuori anche lì, aspetti poco conosciuti.
Invece, qualcosa che è più sulla linea di quella che era l’idea di Indro Montanelli, cioè L’Italia che funziona, la sta facendo La Nuova Venezia. Il lunedì pubblica piccole storie, piccole interviste, brevi, a veneziani. Sotto il titolo Venetians, cioè all’inglese, con la s, che assomiglia molto al dialetto venessian. Sono appunto profili di gente normale. Per esempio, lunedì’ scorso c’era un’infermiera che lavora all’Ospedale Civile. Un ragazzo che ha un’amica cinese e ch,e insieme a lei, ha organizzato un asilo in cui insegnano ai bambini cinesi a parlare italiano. Oppure, in poche battute, con un grande campione della Voga Longa.
Sono storie brevi, storie normali, di persone che fanno andare avanti la città. Ecco, questo giornalista che io segnalo con colpevole ritardo si chiama Carlo Mion, è un padovano ed è già arrivato a più di 900 profili di, ripeto, persone che fanno andare avanti Venezia.
Ed è bello sapere che un’iniziativa così, che aiuta la città, è fatta da uno che viene da fuori” ha commentato Renzo Mazzaro.