Il 22 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata dei cani in ufficio, una presenza quotidiana per molti, che traggono notevoli benefici dalla compagnia.
Il 22 giugno è la Giornata mondiale dei cani in ufficio: circa sette milioni i soggetti interessati in Italia, esattamente sei milioni e 970mila di esemplari, secondo il Rapporto Assalco-Zoomark 2018. Diverse grandi imprese, si legge nello studio, permettono l’ingresso a cani e gatti, ma c’è anche chi concede ai dipendenti fino a due settimane di congedo se adottano un cucciolo, oppure assenze pagate nel caso in cui l’animale muoia e ore libere per gli appuntamenti dal veterinario.
I subalterni interessati, ovviamente, sono contenti di avere questa possibilità, che a loro avviso migliora la performance lavorativa, perché l’atmosfera è più rilassata e allegra. In particolare, una ricerca del 2012 ha dimostrato che gli impiegati con cani in ufficio hanno sperimentato un calo dello stress, al contrario di coloro che lavoravano senza, o che non possedevano un animale domestico.
Insomma, gli animali abbattono le barriere e sono in grado di favorire la socializzazione tra persone, divenendo essi stessi una risorsa aziendale in grado di aumentare la produttività.
Ne è convinta Elisa Serafini, assessore alla Cultura al Comune di Genova: «Portare il proprio cane al lavoro migliora il clima tra colleghi e induce le persone a non correre a casa per portar fuori il cane», sempre a patto che non crei disagio: «se c’è qualcuno che ha paura o è allergico, il cane non entra».
«La sola presenza di un cane in ufficio stimola legami profondi e sinceri, liberi da maschere e ambiguità relazionali, permettendo di vivere momenti di serenità e gioia», dichiara la master coach Marina Osnaghi, che affianca imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obiettivi. «L’essere in compagnia dei cani sul luogo di lavoro – spiega – favorisce l’instaurarsi di rapporti interpersonali più articolati e coinvolgenti».