Settanta appuntamenti per non dimenticare. La città di Venezia celebrerà il Giorno della Memoria 2020 con un ricco calendario di eventi illustrati questa mattina nella sala consiliare di Ca’ Farsetti, alla presenza, tra gli altri, della presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, di Paolo Navarro Dina, in rappresentanza della Comunità ebraica di Venezia, e Marco Borghi, direttore Iveser. Sugli scranni della sala del Consiglio una folta rappresentanza di enti, associazioni e istituzioni che hanno collaborato alla definizione delle iniziative promosse in occasione della ricorrenza che il 27 gennaio di ogni anno commemora le vittime dell’Olocausto.
Giorno della Memoria 2020
Le celebrazioni, iniziate ufficialmente lo scorso 7 gennaio con la mostra curata dal Consiglio d’Europa Venezia e intitolata “Gli ebrei stranieri di Asolo”, si snoderanno fino a domenica 9 febbraio attraverso una nutrita sequenza di conferenze, mostre, film e presentazioni di libri.
La cerimonia cittadina del Giorno della Memoria 2020 si svolgerà domenica 26 gennaio al Teatro Goldoni alle ore 11 con gli interventi del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e del presidente della Comunità ebraica di Venezia, Paolo Gnignati. Seguirà “Il Canto delle Sapienze”, recital con un programma di musiche ebraiche composte ed eseguite dal maestro Riccardo Joshua Moretti e da un quartetto d’archi.
Il lungo itinerario della memoria è stato introdotto dalla presidente del Consiglio Damiano che ha voluto ringraziare tutti i presenti oltre ai rappresentanti dell’Amministrazione comunale intervenuti: l’assessore alla Sicurezza urbana, Giorgio D’Este, e i consiglieri Maurizio Crovato e Giancarlo Giacomin.
“Con grande orgoglio, negli anni, quello che possiamo chiamare un vero e proprio percorso della memoria è cresciuto tantissimo grazie soprattutto alla costante e fattiva collaborazione della Comunità ebraica, degli enti, delle istituzioni del territorio e delle molte realtà veneziane che da anni sono impegnate in questo senso “, ha confermato la presidente del Consiglio, sottolineando l’esordio di M9 e le oltre dieci iniziative organizzate da Ateneo Veneto. “È un calendario denso di approfondimenti e di riflessioni che mira non solo a mantenere viva la memoria di quanto accaduto, affinché certi orrori non abbiano modo di ripetersi, ma anche a risvegliare le coscienze e dare chiavi di lettura utili per contrastare o agire tempestivamente rispetto agli episodi di violenza, odio e intolleranza dei nostri tempi”. Damiano ha poi ribadito l’importanza che “nessuno si giri più dall’altra parte o resti indifferente di fronte alle ingiustizie e alle diseguaglianze davanti alla dignità umana calpestata. Importante in questo percorso è, ed è stato, il coinvolgimento dei giovani e degli studenti che rappresentano il futuro di questa società, infatti quest’anno sono davvero numerose le iniziative rivolte a tutte le scuole del territorio”.
Il calendario delle iniziative
Sull’importanza e sull’attualità dei contenuti presenti nel calendario di iniziative predisposte dal Comune si è soffermato Paolo Navarro Dina: “Credo che questo programma sia la risposta più giusta a quanto accaduto la notte di Capodanno, quando un ex parlamentare è stato malmenato da un gruppo di fascisti – ha ricordato. Crediamo che questa sequenza di eventi sia il modo migliore per rispondere all’intolleranza, alla rabbia e al razzismo che purtroppo covano nella nostra società e di cui siamo tutti spesso testimoni”.
Venerdì 31 gennaio alle 9.30 inizierà da Calle Larga XXII Marzo la deposizione di 12 “Pietre d’Inciampo” in memoria dei cittadini veneziani deportati nei campi di sterminio nazisti. “È la settima edizione – ha spiegato Marco Borghi. Da sette anni Venezia riconosce attraverso questi piccoli mattoncini la restituzione di un nome negato fin dall’inizio nei campi di concentramento, e che punteggia tutto il territorio insulare veneziano. Quest’anno saranno posate dodici pietre, in ricordo di sei donne e altrettanti uomini. Con due novità: una pietra sarà dedicata a Leo Mariani, che è la vittima più giovane della Shoah veneziana, un’altra sarà in ricordo di Giuseppe Jona, medico e presidente della Comunità ebraica di Venezia morto suicida nel 1943 per non dover consegnare ai nazisti l’elenco dei cittadini ebrei rimasti in città”.