La Voce della Città Metropolitana

Giovanni Leoni: emergenza negli ospedali e nuove assunzioni

Tutto da rifare con il nuovo governo sul fronte dell'assunzione di nuovi medici, mentre è sempre più emergenza negli ospedali. Proprio in questi giorni sta scadendo il bando per l'assunzione di 500 medici non specializzati voluto da Luca Zaia. Di questo e di altro parliamo con Giovanni Leoni, vicepresidente nazionale dell'ordine dei medici e presidente dell'ordine di Venezia

Oggi è con noi Giovanni Leoni presidente dei medici di Venezia. Segretario della Cimo del veneto (il sindacato degli ospedalieri) che riunisce circa 800 iscritti, ma sopratutto vice presidente dell’ordine nazionale dei medici, una rappresentanza di 430 mila medici.

Come si muoverà il governo nei confronti dei medici disoccupati ?

“Il ministro Speranza è partito con il concetto di un aumento significativo per il fondo del sistema sanitario nazionale. Bisogna fare un impegno, fino a 120 miliardi per un aumento significativo per quanto riguarda il 2020. Tanti soldi perché comunque si parte dai 114 miliardi al 2020 si punta a quella cifra a livello nazionale.” Se ci sono questi soldi tutte le promesse del governo giallo verde, di assunzione, dovrebbero essere ascoltate.

” A livello di opinione pubblica la carenza dei medici, e il deficit di attività del sistema sanitario pubblico, è sempre più importante. Sono sempre più evidenti le carenze strutturali e sopratutto quelle professionali, anche in termini di materiale umano, perché banalmente le persone continuano ad andare in pensione ”

Un caso di questi giorni al Cavallino: fuggi fuggi generale delle persone che si rivolgevano al medico di base del territorio, andato pensione, e ora si trova solo un sostituto due giorni a settimana che si divide tra vari centri della zona.

“La gente si mette di fronte alla realtà, la mancanza del medico e non una sostituzione automatica come in passato, e questo avviene in maniera molto più frequente.”

Il ministro Speranza ha esplicato il fatto di cercare soldi

Per il momento la questione non si è risolta

Secondo Giovanni Leoni la problematica passa attraverso vari passaggi di evoluzione. Il primo di ritornare al decreto Calabria, ormai legge dello stato, che prevede l’assunzione degli specializzandi, pronti ad entrare in attività clinica, per coprire gli specialisti.

Battaglia condotta dal presidente Zaia

Giovanni Leoni: “Lui ha preso il problema da un’altra angolazione. In carenza di medici ha stanziato 25 milioni di euro, come hanno fatto il piemonte e sicilia, per quanto riguarda i corsi regionali. Questi danno, con un periodo breve di studio, la possibilità ai neolaureati di accedere al servizio sanitario nazionale”

L’emergenza si tamponerà con questi medici ?

Secondo Giovanni Leoni questo sistema alternativo non ha avuto un’accoglienza positiva da tutti, università e sindacati hanno espresso varie perplessità perché è un tipo di attività parallelo e non conforme al nuovo ordinamento che prevede che i neolaureati abbiano una formazione universitaria. Ma nel caso specifico, vista la situazione, l’urgenza del periodo ha fatto queste ipotesi a livello regionale.

Noi abbiamo chiesto che comunque questi medici abbiano nel loro futuro la possibilità di accedere alla scuola di specializzazione in sovra numero.”

E’ ridotto il numero delle persone che possono specializzarsi

” E’ stato aumentato il numero di tali persone a 9000 all’anno, che pareggia a quello che è il numero di borse di studio per il credito formativo dei medici. Mancano sempre 10000 medici laureati ma non specializzati.”

Questione dei suicidi assistiti

Lo stesso presidente del ministro Conte ha parlato di obiezione di coscienza per i medici

“La corte costituzionale ha fatto un parere per quanto riguarda l’impunibilità nei confronti di un soggetto che aiuta un congiunto o amico nel suicidio. A determinate condizioni, paletti ben precisi come gravi, come malattia incurabile, stato di sofferenza.

Il suicido assistito implica l’aiuto di qualcuno a morie. Per quanto riguarda il codice deontologico allo stato, fatto nel 2014, esclude il medico di quella che è la è la partecipazione attiva in quella che è la morte di un paziente.

Il medico assiste da sempre il paziente nelle ultime fasi della vita, come la terapia paliativa, la sedazione profonda, la cura del dolore e la dignità del paziente verso la propria esistenza. Un sistema adottato abitualmente negli ospedali è la teoria del doppio effetto, se io vedo una persona soffrire negli ultimi momenti dell’esistenza, anche nel rispetto dei familiari e di chi lo circonda, posso portare un livello maggiore la sedazione del dolore che può consentire la morte.”

Gli ospedali italiani sono abbastanza avanzati. Chi però è affetto da sla o malattie terminali vorrebbe portare al termine l’agonia in breve tempo anziché mesi e anni.

“E’ stato messo il punto sull’autodeterminazione dell’individuo, perché prima era proibito”. Se dovesse passare la questione del consiglio Conte si ribalterebbe ancora la situazione.

Questione sicurezza nei pronto soccorsi, anche nel Veneto medici aggrediti

“Nel centro sud, dove siamo stati di recente con federazione degli ordini, ho visto i fori delle pallottole ai pronto soccorsi di Napoli, assistito a minacce e celebrato la morte di una dottoressa uccisa dal proprio paziente.

La sicurezza, per quanto riguarda l’attività dei medici in urgenza, come 118 e pronto soccorso, ma anche corsie ospedaliere, deve essere garantita tramite la chiusura del provvedimento di legge che determina in automatico la denuncia per chi fa delle lesioni o aggredisce un pubblico ufficiale, quale deve essere considerato il medico nell’esercizio delle sue funzioni, ma anche infermieri, operatori, autisti. In modo che la denuncia sia d’ufficio, così si libera il soggetto di quelle che potrebbero essere le remore a fine turno di fare un procedimento che ricade sulle sue spalle. La protezione di un lavoratore aggredito nel corso delle sue funzioni deve dare la struttura.

C’è speranza che l’iter vada avanti ?

“si basta chiudere il passaggio parlamentare”

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