Giovanni Leoni: timbrano in ospedale, ma lavorano da liberi professionisti

Dott. Giovanni Leoni, Presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia e vicepresidente dell’Ordine dei Medici a livello nazionale, ci racconta de caso del Dott. Pietro Litta e delle difficoltà di occupazione dei neo laureati in medicina.

Il Dott. Pietro Litta, ginecologo, è stato riconosciuto colpevole di peculato. Prendeva soldi in nero per le sue prestazioni. Dopo il suo caso si sono fatti controlli a tappeto nelle ULSS e sono emersi molti casi in cui i medici timbrano facendo figurare che stanno lavorando in ospedale, quando in realtà stanno attuando visite private.

Il Dott. Leone ci spiega che i soldi che il medico richiede, con fattura, per una visita privata, in realtà, non vanno tutti in tasca a quest’ultimo. Esso ne riceve, bensì, una piccolissima parte. Questo non giustifica, ma fa comprendere l’atto del Dott. Pietro Litta e di tanti altri suoi colleghi.

Si dice che fra otto anni non ci saranno più medici di base, ma i medici, di fatto, ci sono. Ogni anno si laureano 10 mila persone in medicina, di questi 6800 trovano lavoro perché ammessi alle specialità, ma tutti gli altri vagano per le guardie mediche e sono sottopagati. Il vero problema è la qualificazione professionale, ovvero: la laurea in medicina di 6 anni non basta per attuare tantissime attività del medico.

Ricordiamo, inoltre l’apertura del portale “Dottoremaèveroche”, ideato dalla Fnomceo,  Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, per contrastare le fake news riguardo alla medicina.

Exit mobile version