Giovanni Pellizzato: Venezia senza veneziani è anche una Venezia senza lettori.
Giovanni Pellizzato, della Libreria Toletta e Presidente Ali Veneto -associazione librai-, ci racconta di come la crisi abbia colpito il mondo delle librerie, in modo particolare a Venezia. Moltissime le librerie che hanno chiuso negli ultimi anni, lasciando spazio, probabilmente, ad un altro negozio di souvenir.I motivi per cui questo è accaduto sono molteplici: le librerie risentono dei tagli drastici che sono stati fatti sulla cultura e sugli operatori culturali, i maggiori compratori di libri; devono competere con le vendite on-line; sono indebolite dalla sempre più grave diminuzione di lettori in Italia.
Contro ogni previsione invece, la nascita degli e-book non ha davvero inciso sul mercato dei libri cartacei: in Italia costituiscono il 4-5% del mercato. L’acquisto on-line è il più grande nemico delle librerie, afferma Pellizzato, soprattutto perché prima della Legge Levi la competizione era piuttosto sleale. La Legge Levi ha permesso una parità di trattamento a livello di sconti, non per nuocere all’acquirente, ma piuttosto per frenare quegli sconti che su internet sono un po’ specchietti per le allodole: mostrando dei prezzi iniziali gonfiatissimi rispetto al vero valore del libro, l’acquirente pensa di trovarsi di fronte ad un grande affare e invece si tratta solo di competizione sleale.
Certo non si può dare tutta la colpa alla vendita on-line, anche perché la Legge Levi ha migliorato la situazione. La fondamentale carenza nei consumi resta comunque un problema di base, soprattutto in una città come Venezia. I turisti che arricchiscono la città in molti altri settori, rimangono consumatori “settoriali” nelle librerie, acquistando libri su Venezia o libri souvenir. I veri compratori sono i veneziani, dice Pellizzato, proprio per questo la crisi a Venezia è così acuita per i librai: Venezia è senza veneziani, e diminuiscono sempre di più.