Filippo Turetta
E ancora, continua il magistrato, il giovane appare imprevedibile. Perché dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato. L’analisi delle ferite sul corpo e l’indagine dei carabinieri hanno ricostruito un autentico inferno vissuto da Giulia Cecchettin che è durato 22 lunghissimi minuti.
Inizia tutto alle 23:15 di sabato con la lite nel parcheggio, a 150 m da casa. Sull’asfalto sono state trovate tracce di sangue e una lama di coltello senza manico di 21 cm.
L’inferno di Giulia
Un testimone vede Filippo trascinare in auto Giulia e lei che urla dicendo che le sta facendo male. Da qui l’accusa di sequestro di persona. L’accoltellamento deve essere avvenuto in quei frangenti.
Il corpo della ragazza a tagli oltre che al collo, alla testa, alle braccia e alle mani, perché ha cercato di difendersi. È ragionevole pensare, prosegue il GIP, che l’abbia privata di libertà di movimento. Infatti dentro l’auto è stato trovato dello scotch con dei capelli, quindi pure imbavagliata.
Poi la ragazza riappare nelle immagini delle telecamere di Fossò quando cerca di scappare. Ma lui la raggiunge, la scaraventa a terra, e lei picchia la testa. Forse il colpo è mortale, ma lui si accanisce sul corpo prendendolo a calci.
Sono le 22:40, ci sono escoriazioni alle braccia e alle ginocchia provocate probabilmente quando l’ha trascinata e messa nel bagagliaio. Poi la salma di Giulia viene ritrovata nel canalone di Piancavallo.
LEGGI ANCHE: Sul Femminicidio di Giulia è scontro ideologico