Granchio blu: sempre peggio nelle coste venete

A Porto Tolle, i fondi per la raccolta del granchio blu stanno finendo. L'invasione di questi predatori minaccia la biodiversità e le economie locali, con gravi conseguenze

Grido d’allarme da Porto Tolle: stanno per finire i fondi messi a disposizione dal Governo e dalla Regione per la raccolta del granchio blu.

Porto Tolle in emergenza

Finora ne sono stati pescati ben settecentomila esemplari, o meglio sono stati sottratti alla catena alimentare del Mar Adriatico ben settecentomila predatori voraci.

Questi si nutrono di vongole, del fasolaro, della vongola lupino, della cozza, dell’ostrica, della vongola verace e del cannolicchio. Ma si ciba anche del granchio verde, della mazzancolla. Tra le prede ci sono anche le spigole, i cefali, le triglie, le sogliole, le orate e le ombrine.

In assenza di cibo i maschi si mangiano tra loro. Un appetito che ha portato alla disperazione almeno 1500 famiglie che vivono con il commercio di cozze e vongole. E la situazione sta peggiorando.

L’impatto del granchio blu sulla biodiversità

Parla Paolo Mancin, Presidente del Consorzio Cooperative Scardovari-Porto Tolle: “La situazione ad oggi, primi giorni di settembre, è catastrofica, più del 2023. Abbiamo catturato e smaltito ad oggi circa 700.000 kg di granchi che hanno da un anno sconvolto le nostre attività e il nostro lavoro.”

“Avevamo messo a bilancio del consorzio del 2023 un fondo per questa cattura e smaltimento che in questi giorni sono finiti. Quindi dovremmo chiudere da mercoledì. Chiuderemo questa attività che per noi era principalmente sociale perché facevamo guadagnare qualcosa ai pescatori, ma andava a salvaguardare il nostro ambiente e il nostro territorio da questa invasione.”

“Ha completamente distrutto la biodiversità delle nostre lagune, essendo riserva dell’UNESCO.”

Le speranze di Paolo Mancin

Il granchio blu tollera l’acqua dolce al punto che finora è stato trovato lungo i fiumi a 9 km di distanza dal mare. Si riproduce più volte in un anno e dunque la pesca sembra sicuramente la strada maestra per rendere meno invasiva la sua presenza. Ma bisogna agire.

A questo proposito la nomina di Enrico Caterino, ex Prefetto di Rovigo e Ravenna, Commissario per l’emergenza il granchio blu va in questa direzione.

Continua Paolo Mancin: “Da circa un mese è stato nominato il Commissario per l’emergenza granchio blu. Da un mese a questa parte e abbiamo fatto un paio di incontri, però al momento non c’è nessun risultato, non c’è nessun movimento. Noi stiamo sperando, sperando e sperando. Però non abbiamo più maniche da rimboccarci e se non arrivano aiuti immediati le nostre cooperative e le nostre imprese chiuderanno.”

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