Jesolo Live

Hot Ice ci presenta il suo ultimo singolo “Sopra il Limite”

Un brano che tratta temi importanti "Sopra il Limite", uscito il 20 luglio 2020

Il testo del brano, di Hot Ice prendendo in considerazione più volte i concetti di “pazzia” e “normalità”, accenna alla commistione di fattori, genetici ed ambientali, nella definizione della personalità di un individuo (“La nostra identità non è nel DNA”, o per lo meno non solo). Questi riferimenti sono, da un lato il segno dell’influenza degli studi di criminologia svolti dall’artista, dall’altro un’ispirazione tratta dalla serie tv “L’Alienista”, spunto iniziale soprattutto per la stesura della prima strofa (originariamente pensata per un progetto differente).

Il focus effettivo di Sopra al Limite però resta fino alla fine uno soltanto: l’accettazione e, anzi, la rivendicazione della propria identità a qualsiasi costo. Non conta quante volte le persone possano definirci “pazzi”, perché d’altra parte chi può definire cosa sia “pazzia” e cosa no?

Se l’essere se stessi è considerato un segno di pazzia, ben venga, secondo l’autore, l’essere considerati tali. Esprimere la propria identità è l’unico modo per raggiungere la vera libertà, senza dover sottostare a ciò che per i più viene considerata “normalità”. In altre parole, questa è la sola risposta per poter vivere davvero, e non solamente sopravvivere come se tutto ciò che ci circonda fosse soltanto una semplice “abitudine”.

Nella seconda parte del brano, il testo si fa più introspettivo, ma sempre seguendo i binari tracciati nella prima strofa. L’enfasi sull’importanza fondamentale di distinguersi si accentua, per spiccare come “un fiore rosso tra banchi di fiori bianchi”.

Con una precisazione: ciò che conta è realizzare questo obiettivo semplicemente essendo se stessi, e non “scimmiottando” stereotipi o adeguandosi alla massa solo per compiacere qualcun altro. Questo è un passaggio cruciale del ragionamento, poiché implica la possibilità, per chiunque, di distinguersi ed emergere: ognuno per definizione è diverso dagli altri. Il problema, semmai, è che non tutti sono in grado di accettare la propria diversità e, in sostanza, la propria unicità.

Il messaggio di Sopra al Limite

Viene condensato in poco più di 2 minuti di brano, con un ritmo sostenuto della rappata che si apre su ritornelli melodici in cui si gioca con le parole ed i significati di “vivere sopra al limite” e “al limite sopravvivere”.

La produzione è realizzata da Il Kele, attraverso suoni moderni e più vicini alla trap, rispetto agli altri lavori di Hot Ice. Le registrazioni sono state effettuate presso Apollo Limited Studio di Silea da parte di Bruce Blayne, il quale si è occupato anche del mixaggio e del master. Il brano è stato impreziosito nel ritornello finale da un coro eseguito da Arianna Morosin, la quale ha curato anche la grafica della copertina, nonché le foto e il video promozionali.

Il videoclip di Hot Ice

Dopo la positiva esperienza di “Cool”, per il videoclip di Sopra al Limite, dietro la telecamera viene riconfermato il giovane ma talentuoso James Dawson (Giacomo Spoladore). Le riprese ed il montaggio (nonché la realizzazione di altro materiale promozionale) sono interamente opera sua, mentre la regia è stata concordata e condivisa con Hot Ice, il quale ha strutturato un’idea di storyboard resa poi concreta dallo stesso Dawson.

La prima location, sia in ordine temporale di riprese che di apparizione nel montaggio, è Treviso, ripartendo, di fatto, da “dove ci eravamo lasciati con Cool”. Ma il set sicuramente più suggestivo è quello che ha riguardato le scene di interni, ovvero l’antica scuderia di Villa de Reali a Dosson di Casier, resa disponibile gentilmente da Gianluca Bertozzi.

Qui fanno la loro prima comparsa diversi attori, parte della compagnia teatrale Streben Teatro in qualità di soci oppure di corsisti: Sebastiano Boschiero, Sara Cognigni, Eros Ceschin, Francesca Milani, Laura Presazzi, Marica Baglieri, Michela Zanatta, Maria Rita Giacomello, Pierandrea Agnini, Sofia Innocente. In aggiunta, sono stati coinvolti anche Lucia Artesi, Rebecca Miotto e Filippo Spoladore, fratello del regista.

Se risulta difficile riconoscere e distinguere i protagonisti del video, è perché essi indossano un vestiario totalmente nero e maschere bianche neutre sul volto, a rappresentare proprio soggetti omologati e senza identità, coerentemente con il tema portante del brano.

Da qui si sviluppa uno storyboard abbastanza semplice ma efficace: un percorso per step graduali, che parte dal rinnego della propria identità, fino alla serena accettazione della propria individualità. Il momento chiave di questo passaggio è la consegna della rosa rossa ad una delle attrici, la quale sfoggia un naturale sorriso da sotto la maschera. Sono presenti anche ulteriori riprese in esterna, svolte sempre a Dosson in zone limitrofe alla Villa.

Molto efficaci, specie per i ritornelli finali, le riprese effettuate con il drone. Il trucco e le fotografie di backstage sono opera di Arianna Morosin, mentre i video di backstage sono stati affidati a Filippo Spoladore e Giampaolo Mancinelli.

Vedi Jesolo Live ogni venerdì su Televenezia (canale 71) ore 18:30, in replica il sabato e la domenica alle ore 20:15 e dal lunedì al giovedì alle ore 18:30!

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