C’è attesa per la conversione in legge del provvedimento contenuto nel dpcm di agosto che proroga il bonus affitti. In più amplia dal 30 al 50 % il credito d’imposta per gli imprenditori alberghieri. Un aiuto in un momento in cui gli hotel stanno stringendo i denti per non chiudere grazie ad una stagione andata meglio del previsto ma che ha comunque divorato il 50 % del fatturato rispetto agli anni scorsi.
La riduzione degli affitti non passa soltanto attraverso gli aiuti dallo stato ma anche attraverso la trattative con i proprietari degli immobili che non sono disposti a rinegoziare i contratti. L’associazione albergatori propone invece l’introduzione nel contratto di una tariffa flessibile.
Le parole del presidente Aja
Alberto Maschio, presidente dell’associazione jesolana albergatori, racconta questo stato d’animo e aggiunge che esiste un problema di liquidità.
«Sugli affitti d’azienda stanno arrivando delle risposte da parte del Governo, ma rimane il problema: la crisi di quest’anno, che si ripercuoterà anche nella prossima stagione, impone una rimodulazione dei contratti”.
Il presidente Aja ritorna sul tema, già affrontato lo scorso maggio dall’associazione, in merito ai contratti d’affitto, che interessa almeno il 50% delle attività ricettive alberghiere (pari a 180 hotel sui 370 circa complessivi).
Il primo punto riguarda proprio gli aiuti previsti dal Governo su questo tema. Il cosiddetto tax credit passerebbe dal 30 al 50% del canone complessivo. Inoltre, qualora in relazione alla stessa struttura turistica recettiva siano stipulati due contratti, uno relativo alla locazione dell’immobile e uno relativo all’affitto di azienda.
“Il credito d’imposta spetta per entrambi i contratti”, potendo così sommare le due agevolazioni. Infine, ma di particolare rilievo, l’agevolazione verrebbe estesa a tutte le mensilità in scadenza fino al 31 dicembre 2020.
Ci sono due criticità da evidenziare, interviene il presidente Aja, Maschio. «La prima è di carattere finanziario: la norma, infatti, prevede che l’affitto debba essere pagato per poi fare richiesta del credito d’imposta; si pone, quindi, un grave problema di liquidità, considerato l’andamento di questa stagione.
Il secondo problema è di carattere “temporale”: si parla del 2020 come se, con il 2021 tutto tornerà alla normalità. Naturalmente ci auguriamo di potere avere una stagione balneare migliore, ma realisticamente dobbiamo mettere in preventivo un anno in sofferenza.»
L’appello ai titolari delle aziende
E su questo ultimo aspetto Maschio fa appello ai titolari delle aziende. «Non si può ignorare quanto successo quest’anno con l’emergenza sanitaria che ha condizionato e condizionerà il modo di fare turismo anche per gli anni a venire. Al punto che si porrà una riflessione su molti aspetti progettuali. Per questo c’è la necessità di avviare una seria discussione, puntuale e approfondita, per giungere ad una rimodulazione dei contratti d’affitto.
Quanto accaduto e sta accadendo va al di là del rischio imprenditoriale. Pertanto, non si può far finta di nulla mantenendo una posizione rigida a tutti i costi: la sofferenza di questa stagione, per quanto migliore di quanto ci si aspettava (ma comunque sempre in forte perdita), potrebbe rappresentare un problema per molte aziende.»
Hotel di Jesolo
Per Aja, di fronte a contratti forse troppo ancorati alle logiche del passato, deve essere colta l’occasione per una rimodulazione complessiva degli stessi. Più al passo con le necessità di un mercato in continua evoluzione e fluttuazione.
«Questa, insomma, diventi una reale e concreta opportunità di rilancio delle aziende, con una condivisione delle progettualità.»
«Vorrei ricordare ed evidenziare – conclude Maschio – che, anche in Veneto e nel veneziano, alcune aziende sono state costrette a consegnare le chiavi delle attività che avevano in gestione, alla luce delle problematiche sopra citate».