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I medici in crisi lavorativa per la situazione pandemica

La situazione Covid ha messo in crisi tutti, compresi i camici bianchi che per primi hanno dovuto affrontarla. Ora la situazione lavorativa si è fatta insostenibile

Omnicron si sta spegnendo ma sta lasciando cumuli di macerie e non soltanto nella società snervata economicamente, socialmente e psicologicamente. Ma soprattutto tra i soldati che hanno combattuto al fronte, i medici.

Il sondaggio rivolto ai camici bianchi

In questo scenario irrompe un sondaggio realizzato su oltre quattro mila camici bianchi dal sindacato Cimo Fesmed, l’organo che difende i medici ospedalieri dirigenti secondo cui solo il 28% dei medici vorrebbe chiudere con l’esperienza in ospedale. La percentuale si riduce all’11% nel Veneto.

Significa che quasi il 90% dei dottori in medicina che lavora in un ospedale sognano di trovare una struttura privata. Il 35% comincia ad accettare l’idea di sradicarsi dal proprio paese e andare all’estero. Il 24% vorrebbe cambiare mestiere. Chi è vicino alla pensione, circa il 22%, conta i giorni che lo separano dall’interruzione dall’attività.

Le parole del Vice Presidente Federazione nazionale Ordini dei medici, Giovanni Leoni

“Alla base di questo scontento quello che è il carico di lavoro e costringe il 65% dei medici a fare gli orari straordinari. Il 65% non riesce neanche ad usufruire delle ferie che sono il normale riposo per tutti quanti i colleghi. Quindi si arriva a lavorare, un’altra volta, senza aver recuperato dal lavoro precedente.

In questo caso nello stato di stress perdurante per cui, alla fine, la gente tutto sommato preferisce andare in pensione, chi lo può fare, andare all’estero dove ci sono condizioni di lavoro e stipendi migliori. Andare a lavorare nella struttura privata che, essenzialmente, vuol dire nella stra grande maggioranza dei casi non avere più urgenze di notte e i festivi che sono la caratteristica di chi lavora h24.”

La percentuale dei medici che vive in mal modo la situazione professionale

Agli orari insostenibili vissuti in questi ultimi due anni si aggiunge, a causare stress emotivo, la percezione del rischio professionale e della sicurezza della propria famiglia. Questo riguarda bel il 50% dei medici.

Conclude Giovanni Leoni: “Il malcontento è diffuso e io credo che le istituzioni debbano fare una riflessione per quanto riguarda tutta quanta la categoria medica ospedali del territorio che, al netto dei rappresentati, ha uno scontento veramente impressionate per quanto riguarda la qualità di vita professionale.”

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