”Latte dei Nomboli” : Un’atmosfera trasognata e vagamente inquietante ha letteralmente ipnotizzato gli spettatori, ma anche chi si è trovato a passare per Calle dei Nomboli. Una straordinaria performance ideata da Gualtiero dall’Osto. Un mascherer che usa la sua arte per riflettere sui tanti problemi di Venezia come lo svuotamento e la museificazione della città, il calo dei residenti, le botteghe chiuse.
La maschera è una creatura dotata di vita
Un lungo filo rosso di lana che si dipana lentamente da una matassa aggrovigliata, è l’ossessione d’artista che da tempo non si stanca di dimostrare che in ogni modo la maschera non è un solo oggetto da indossare. O un misero orpello da appendere poi finita la festa, dopo il carnevale.
E’ per Dall’Osto una creatura dotata di vita propria, con un dentro e fuori. Capace di trasmettere l’urlo muto di dolore o di indignazione per quanto accade intorno a noi. E per questo la ripropone in una forma inusuale, drammaticamente ingigantita.
Le parole di Gualtiero Dall’Osto, ideatore di Latte dei Nomboli
“Il principio ispiratore è quello di creare un momento interessante nella nostra contemporaneità, in qualche modo anche superficiale contemporaneità. E’ creare un momento di coscienza condivisa anche a livello diretto con la gente e con il pubblico e creato direttamente qui in calle dei Nomboli, dove io vivo metà della mia vita. Una piccola cellula di Venezia che però può essere moltiplicata in tutte le cellule di cui fa parte questa meravigliosa città che è Venezia e che ha bisogno di essere abitata, rianimata e rigenerata.
Un contributo alla biennale d’arte (finalmente) dall’interno di questa città
L’idea è quella di fare un contributo alla Biennale d’Arte, che è un’occasione di arte e di coscienza per tutti, però di portarla e farla partire dall’interno di questa città e non ospitarla sempre come tutto quello che succede e che principalmente arriva dall’esterno”.
La performance che ha unito musica, danza, pittura e scrittura prende le mosse dalla Biennale Arte di Cecilia Alemani, intitolata il Latte dei sogni.
Continua Gualtiero Dall’Osto, artista delle maschere
“Il bello di questa avventura è stato condividerla con Grazia La Naia, una ballerina, performance, maestra di danza di Mogliano e con la soprano Janetta, americana. Anche Danilo Reato, con tanto entusiasmo, ha partecipato a questa iniziativa. Lui è uno storico scrittore delle tradizioni veneziane, scrittore di tanti libri sul Carnevale e sulla maschera. Una bella compagnia che ci ha visti uniti e vicini su questo progetto semplice e per me molto caro, molto sentito e partecipato.”
”Io è da sempre che mi occupo di creatività e di arte. Queste cose tante volte le inserisco in un cassetto perchè le mischio con la mia attività di mascherer, ma certe volte hanno l’esigenza di uscire e in qualche modo di coinvolgere anche me che vivo in questa città intimamente ed empaticamente. E’ interessante questa cosa, che senza sponsor e senza organizzazioni, ma una cosa che parte dal nostro cuore, sia stata così partecipata anche da un pubblico che mescola veneziani a stranieri”.
Il Latte dei Nomboli
Qui il latte è invece quello dei Nomboli, tomonimo che richiama un’antica fabbrica di micce per cannoni. oggi un filo rosso che si tipana tra maschere e corpi. Per ricordarci quanto i nostri destini siano collegati e dipendenti, in un carnevale senza fine.
Come avete visto la scena di “Latte dei Nomboli” si è svolta in una calle di passaggio, in una bottega chiusa, vuota, sfitta, proprio nella vita reale. Siamo a due passi dalla casa in cui è nato Carlo Goldoni e anche attraverso di lui e il suo spirito noi ci rendiamo contemporanei con queste esigenze.
Le parole di Grazia La Naia, danzatrice e coreografa
“Esprimersi nella città più bella del mondo è un grande privilegio ma anche una grande e immensa responsabilità, speriamo con la nostra umiltà di aver smosso un po’ le coscienze, facendo capire che c’è qualcosa che non va. Ho sentito il richiamo del maestro Gualtiero come un’urgenza di unire diverse arti come la danza, la musica, il teatro cercando di unirci per far capire che qualcosa di veramente grande si può fare.
Non è una guerra con le armi ma una guerra fatta di pittura, di musica e di arte. La cultura sicuramente aiuta ad essere migliori, grazie.”
Le parole di Janetta Ledell, soprano
“Buonasera, sono Janetta Ledell, sono americana e ho fatto parte della voce della maschera. ”Latte dei Nomboli” E’ stata un’esperienza un po’ insolita, essere qua a Venezia a fare questo ruolo è stato bello. Ringrazio Gualtiero che mi ha coinvolto in questa esperienza.
E’ stato bello l’aspetto e il vedere la maschera che mettiamo davanti alla nostra voce perchè spesso proviamo a nasconderci e ad essere qualcosa che non siamo ma comunque alla fine la voce è quella che noi siamo e dobbiamo fare uscire quello che siamo noi anche dentro.”