Presentato ieri dal ministro Franceschini il Portale della Canzone italiana, un vera e propria banca della musica creata nel nostro Paese fra il 1900 e il 2000: alle circa 200mila canzoni di partenza ne verranno aggiunte circa cinquemila al mese.
È nato il Portale della Canzone italiana – lo trovate QUI – che permette di ascoltare online il patrimonio sonoro di oltre un secolo della musica composta nel nostro Paese, dal 1900 al 2000, con le relative informazioni. Al momento si tratta di circa 200mila canzoni raccolte in un unico catalogo, uno dei più grandi archivi sonori in Europa, con romanze e arie d’opera accanto a brani d’autore e di Sanremo, canti di guerra e di liberazione, musica popolare o di protesta.
Il sito vede la luce per iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dopo circa due anni di «lavoro straordinario e silenzioso», ha detto il ministro Franceschini, spiegando che si avvale dell’accordo con i maggiori servizi di ascolto in streaming attivi nel nostro paese (da Spotify, partner principale, a Google Music, da Apple Music a Tim Music), ma rispetto a questi sistematizza per macroaree la ricerca e permette dunque una navigazione e un ascolto molto più consapevoli.
La presentazione è avvenuta nella sede della Stampa estera, a sottolineare il potenziale del portale, fruibile in sette lingue (inglese, francese spagnolo, tedesco, russo, cinese e giapponese), fondamentale per la diffusione di cultura e musica italiane all’estero. Presenti, tra gli altri, Mogol – che lo ha ha definito: «una pietra fondamentale nella costruzione della cultura popolare» – e il premio Oscar Piovani.
Diviso in quattro grandi aree (1900-1950, 1950-2000, Tradizioni popolari e Contributi speciali), il Portale mette a disposizione in streaming gratuito oltre 22mila brani provenienti dai fondi dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi e, ha fatto sapere il ministro uscente, verrà implementato al ritmo di circa cinquemila pezzi al mese.