I tabarri in mostra
A Mirano, il tabarro torna protagonista in una mostra che celebra i 50 anni di un’avventura iniziata nel 1974 grazie alla passione dell’imprenditore miranese Sandro Zara. Il tabarro, con le sue profonde radici storiche, è stato molto più che un semplice capo d’abbigliamento: è stato un simbolo di identità e tradizione, indossato da personaggi illustri come Giacomo Casanova e immortalato persino da Giacomo Puccini nella sua opera “Il Tabarro”.
La mostra “Il Tabarro. Artigianalità dal passato al presente. Il cinquantesimo del Tabarro di Sandro Zara”, aperta fino al 10 novembre presso la suggestiva Villa Giustinian Morosini a Mirano, racconta la storia di questo indumento e la sua evoluzione nei secoli.
Organizzata dalla Pro Loco di Mirano con il patrocinio del Comune e della Regione Veneto, la mostra invita i visitatori a ripercorrere l’eredità culturale del tabarro e il suo legame con il territorio veneto, in particolare con la Pianura Padana, dove veniva tradizionalmente indossato.
Una sfilata affascinante
Il tabarro, nato nell’antica Roma e diffuso nell’Ottocento risorgimentale, cadde in disuso dopo la prima guerra mondiale, soppiantato dal cappotto. Tuttavia, nel 1974, Zara riscoprì e rilanciò questo capo in chiave elegante, trasformandolo in un segno di stile. Nelle sei sale della villa, i visitatori possono ammirare le varie incarnazioni del tabarro e apprezzare la maestria dei sarti che lo hanno riportato alla luce come pezzo iconico dell’abbigliamento tradizionale.
L’evento si conclude domenica 10 novembre con una grande sfilata in occasione del famoso “zogo dell’oca”, che vedrà gli appassionati del tabarro riunirsi in piazza per una “tabarrata” unica nel suo genere. Questo raduno di amanti del tabarro è un’occasione imperdibile per osservare da vicino le versioni più diverse di questo capo iconico e rivivere un pezzo di storia che continua ad affascinare.
Per chi vuole immergersi in una tradizione senza tempo e riscoprire il fascino di un abito carico di storia, la mostra rappresenta un’opportunità imperdibile di viaggio nel passato, tra arte sartoriale e patrimonio culturale.
GUARDA ANCHE: Adria, “Specchi incantati” di Lauretta Negri