In via Piave arrivano una moschea e i carabinieri

Il ministro degli interni Piantedosi mantiene le promesse e manda trenta carabinieri in supporto per la lotta alla criminalità a Venezia e Mestre, ma lo stato d'animo dei residenti non migliora. Una spaccata è stata registrata a Marghera in queste ore e non piace a tutti il progetto di un centro di preghiera in via Piave della comunità bengalese

Arrivano i rinforzi ossia altri 10 carabinieri a sostegno di chi vigila sull’ordine pubblico in via Piave a Mestre, la zona che sta facendo parlare di se a livello nazionale sui media e che sembra non avere speranza.

L’arrivo dei Carabinieri

Non la pensa così il prefetto di Venezia, Michele di Bari, che in un audizione di fronte ai consiglieri comunali mercoledì, ha puntualizzato come gli indici di delittuosità sono in calo anche se c’è bisogno di collaborazione da parte dei cittadini. Complessivamente sono 33 i militari dell’arma che venerdì 5 maggio entreranno in servizio a supporto dei comandi della città metropolitana per fronteggiare la microcriminalità ma è Mestre su cui sono puntati i riflettori.

La moschea in Via Piave

E non aiuta in queste ore la diffusione della notizia tra gli inquilini dell’edificio che un tempo ospitava il supermercato PAM in via Piave, secondo cui i locali sarebbero diventati una sala di preghiera della comunità bengalese. I residenti si sono messi in allarme e ora stanno chiedendo informazioni al comune.

Se i mestrini del quartiere della stazione sono inquieti, anche a Marghera la depressione non manca. A ridosso della stazione l’ufficio del distributore IP, in via Fratelli Bandiera, è stato distrutto la notte scorsa e si tratta della quarta spaccata.

Un’altra spaccata

Di fronte ci sono i capannoni abbandonati dell’ex Galileo e più avanti i muri dell’ex Cral Montedison che continuano a fare da rifugio ai senza tetto. Anche il multisala chiuso da mesi sulla Romea sta cominciando a preoccupare. L’azione di controllo va affiancata da politiche attive di rigenerazione urbana, ha aggiunto il prefetto, e ci vuole attenzione al disagio, al degrado e ai luoghi di spaccio

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