Aria irrespirabile il giorno dopo l’esplosione dell’incendio sul Carso. Il fumo ha lambito anche Lignano, e dunque il Veneto orientale. L’odore acre è giunto fino a Venezia, allarmando i cittadini che hanno tempestato di telefonate nella notte, i vigili del fuoco, allarmati. Per il Veneto orientale si tratta di altri giorni difficili, dopo quelli vissuti con le fiamme divampate nella pineta di Bibione. Che dal 15 al 18 luglio hanno continuato a dare lavoro ai pompieri.
Qualità dell’aria
I tecnici dell’Arpav hanno analizzato la qualità dell’aria nel veneziano. Non trovando la presenza di sostanze tossiche, anche se la situazione è diversa nel Friuli-Venezia Giulia. Dove il ristagno dell’aria ha trattenuto alte concentrazione di PM10 a Monfalcone. Rendendo difficile respirare in molti quartieri della città. In particolare lo stabilimento Fincantieri oggi è rimasto chiuso. E i 3 mila lavoratori sono rimasti a casa, assieme a quelli dell’indotto. La decisione è stata presa all’alba per sicurezza, anche se nel corso della giornata, il fumo si è diradato. Sono saltati anche il mercato e i centri estivi. E’ stata fermata la circolazione lungo 30 chilometri dell’autostrada Venezia-Trieste, e alcuni tratti della ferrovia.
Incendio sul Carso e le conseguenze
Trenitalia ha diramato un appello, a spostarsi soltanto se necessario. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere l’incendio. E anche all’alba di oggi si sono alzati in volo i canadair.
Per il momento sembra esclusa l’ipotesi del dolo da parte di piromani. Si sta lavorando alla tesi che il primo focolaio sia stato innescato dalle scintille, provocate dalla frenata di un treno. Il forte vento e l’aria secca avrebbero alimentato le fiamme.
