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Inceneritore di Marghera: la protesta di Verdi, PD e Cinque Stelle

L'inceneritore che Veritas vuole far partire in sostituzione della centrale Enel sta unendo ambientalisti, Pd e cinque stelle e la fine del lock down ha segnato l'inizio della battaglia contro il nuovo impianto di Marghera.

La fine del lockdown segna la ripresa delle battaglie per l’inceneritore di Marghera. Oggi la protesta andata in scena a Mogliano Veneto, alcuni giorni fa a Marghera, quando in seicento sono scesi in piazza (GUARDA LO SPECIALE). Il terzo impianto di trattamento rifiuto, ossia il terzo inceneritore. continua a rimanere controverso.

L’inceneritore

La battaglia coinvolge i civili preoccupati per la loro salute e quella delle loro famiglie e chi fa politica e nello sfondo c’è la campagna elettorale per il rinnovo del sindaco di Venezia. Da una parte ci sono i comitati, il movimento cinque stelle, il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, (candidato a sindaco per il PD) che ha chiesto la sospensione dell’ier per l’autorizzazione dell’impianto. Dall’altro c’è Veritas e l’attuale amministrazione comunale fucsia di Luigi Brugnaro.

L’inceneritore dovrebbe sostituire la centrale Enel che fornisce energia alla città bruciando carbone e che non potrà più farlo nei prossimi anni per il veto dell’Unione Europea. Veritas si sostituirebbe all’Enel bruciando il rifiuto urbano secco di Venezia e Mestre, depurato da sostanze tossiche come la plastica, gli inerti, gli elettrodomestici e i metalli, ossia le sostanze che renderebbero tossica l’aria.

Il comune risparmierebbe le spese di smaltimento dei rifiuti e otterrebbe energia mantenendo la qualità dell’aria che esiste attualmente con la bruciatura del carbone . Sarebbero risparmiati sei milioni di euro che non graverebbero sulla tassa dei rifiuti.

I rifiuti

Secondo l’accusa invece se vengono bruciati 100 chili di rifiuti se ne ne ottengono 130, 2/3 di questi diventa gas e 1/3 cenere. I gas sono tossici e per via del vento si propagano in un’area vasta che comprende Comuni che non sono stati neppure messi al corrente del piano di Veritas.

I comitati temono inoltre che potrebbero arrivare rifiuti da altre regioni. La replica del direttore di veritas Andrea Razzini nega tutto: pur avendo un’autorizzazione per la lavorazione di oltre 258 mila tonnellate, ne stiamo utilizzando 160 mila.  Non c’è un aumento di potenzialità del trattamento di rifiuti e di produzione di megawatt termici. C’è solo la richiesta di sostituire la legna acquistata, con il rifiuto CSS, ma i comitati non si fidano.

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