Oggi parliamo con Danilo Nicolai dell’ufficio studi della CGIA di Mestre che ci ha fornito il quadro della situazione economica italiana e in particolare quella del Veneto.
La CGIA di Mestre
In uno degli studi della CGIA emerge che dal 2000 ad oggi la crescita dell’economia italiana è stata pari a zero. Rispetto allo scenario europeo che in questo lasso temporale ha registrato una crescita del 30%, l’economia italiana è rimasta ferma e fatica a recuperare. Le ragioni sono due: la prima è una crisi economica senza precedenti che ha colpito l’Italia ma anche anche altri paesi europei, però in Italia c’è stata una seconda ondata di recessione quindi un triennio molto negativo per motivazioni di tipo europeo. Ad esempio i dati dicono che il PIL del Veneto è diminuito dell’1,4% e gli investimenti sono calati del 14,15%.
Divario tra nord e sud
A livello regionale, la situazione in Veneto è apparsa sicuramente meglio. C’è infatti un divario fra il centro nord e il sud del paese. Il nord tutto sommato in vent’anni è cresciuto un po’ di più, non si tratta di una vera e propria crescita secondo gli economisti ma per il sud la situazione è molto negativa non avendo registrato alcuna crescita.
L’occupazione
Il reddito delle famiglie è sceso dell’1.4%. In Italia abbiamo più di 23 milioni di occupati quindi siamo sopra il livello di pre crisi però le ore lavorate non sono ai livelli precedenti perdendo il 5%. Ciò significa che si lavora meno e soprattutto con contratti part time e a chiamata quindi la qualità e i redditi sono inferiori rispetto a prima. I disoccupati sono aumentati dell’80%. In Veneto il tasso di disoccupazione è buono rispetto alla media delle altre regioni italiane ma inferiore rispetto ai livelli pre crisi.
Import export
L’export soprattutto grazie al nord del paese è aumentato del 14% e infatti il veneto si riconferma tra le regioni che esportano di più. Questo dato in italia e in Veneto è simile nel senso che è l’unica variabile che ha superato i livelli pre crisi. Rimane però una variabile che va misurata anche in relazione con l’import. D’altronde la grande maggioranza del PIL è data dai consumi interni delle famiglie.