Jesolo, arrestati due albanesi per furto in abitazione sabato sera
Nel pomeriggio di sabato scorso, giungeva al 113 del Commissariato di p.s. di Jesolo una richiesta di intervento in via Laguna per furto in abitazione, dove i due coniugi che vi abitano trovavano la brutta sorpresa al loro rientro a casa. Sul posto la pattuglia effettuava il sopralluogo come da procedura di legge.
Nelle due ore successive, dalla medesima zona giungevano al 113 altre segnalazioni di cittadini che osservavano due soggetti vestiti di nero con felpa e cappuccio calzato, uscire da abitazioni e darsi alla fuga. Molto agili, scavalcano poi le recinzioni con estrema abilità.
Intorno alle ore 19.00 le volanti del Commissariato di Jesolo venivano inviate nella zona di via Salsi per controllo territorio, al fine di verificare segnalazioni di altri furti in abitazione.
Ed infatti, la volante nota subito due individui corrispondenti alle descrizioni fornite dai cittadini uscire dalla finestra di un’abitazione di quella zona. Immediato l’intervento degli operatori che si mettono all’inseguimento dei due malviventi: un agente li insegue a piedi e l’altro in auto che, con manovre da manuale, li aggira tagliando la via di fuga.
In questo modo i due malviventi sono costretti a dividersi; uno dei due si dilegua verso una zona rurale facendo perdere le tracce attraverso i campi. Gli agenti si concentrano sul soggetto che tenta di sbarazzarsi di un involucro di colore bianco. Viene comunque catturato ed arrestato, non senza una colluttazione, nell’estremo tentativo del malvivente di sottrarsi alla cattura. L’involucro viene recuperato, appurando essere una federa di cuscino sottratta presso l’abitazione di una signora anziana, contenete vari monili d’oro appartenenti alla proprietaria dell’abitazione. Oggetti restituiti qualche ora dopo, in sede di denuncia.
L’arrestato e’ un ragazzo albanese che viene identificato per Mera Jetnor di anni 19, Irregolare sul territorio nazionale con precedenti penali per porto abusivo di armi e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso. Fisico atletico e vestito di nero con felpa a cappuccio per travisarsi.
In questa fase diversi abitanti della zona, tra cui il figlio della signora derubata si avvicinano all’autovettura della Polizia, confermando di aver precedentemente notato due persone vestite di nero, incappucciate.
L’arrestato viene condotto in ufficio e la seconda volante si reca in una delle case svaligiate, in particolare nella casa della signora di 78 anni che racconta la sua versione. Vive sola e, mentre stava guardando la televisione, un individuo vestito di nero scende le scale che conducono alle camere e tenta di uscire dalla porta principale, terrorizzandola. Questi accortosi della signora gli punta contro un torcia elettrica e le intima di stare calma. La donna rimane impietrita dal terrore osservando il giovane che guadagna i piani superiore uscendo poi da una finestra assieme asl complice.
L’arrestato si dimostra collaborante e dichiara di abitare a Treviso in via San Zeno.
Viene allertata la Squadra Mobile di Venezia, la Squadra Mobile Treviso e la Sezione Volanti dello stesso capoluogo della Marca per operare una perquisizione in via S. Zeno.
Sul posto si porta il personale del Commissariato di Jesolo, che conduce l’operazione, coordinato dall’Isp. S. Facchin Davide, con l’Ass. C. Simone Ferron e l’Ass. Daniele Cavallari.
Una volta giunti sul posto l’arrestato dichiara di dichiara di non ricordarsi dove abita e smette di collaborare.
Attraverso interrogazione banca dati sdi si risale ad un vecchio indirizzo di residenza dal soggetto dichiarato in occasione di un precedente controllo fatto dalla Questura di Venezia (Mestre via Mascagni).
Con la collaborazione della volante del Commissariato di Mestre, si accerta che a quell’indirizzo risiede il padre dell’arrestato e quindi viene eseguito immediato controllo da padre degli operatori che immediatamente raggiungono l’abitazione. Questi, conferendo in lingua madre col figlio, lo convince a collaborare. L’arrestato ammette di avere un rifugio a Jesolo in via Prometeo.
Viene raggiunto di corsa l’appartamento di Jesolo. Le chiavi di cui era in possesso l’arrestato aprono sia il portone di accesso al condominio, sia la porta dell’interno 4.
Dentro, gli operatori trovano un altro ragazzo successivamente identificato per Osmani Halit di 21 anni senza precedenti e irregolare nel territorio nazionale. Per niente sorpreso della presenza della polizia, l’Osmani rappresentava di non comprendere la lingua italiana e si chiude in un assoluto mutismo. Agli agenti, tuttavia, non sfugge che nel salotto dell’appartamento, sopra una sedia, nei pressi di un termosifone, era stata stesa ad asciugare una felpa nera con cappuccio ed un paio di pantaloni ginnici neri. A terra vi sono un paio di scarpe ginniche bagnate e sporche di fango.
Immediata la perquisizione dell’appartamento che permette di rinvenire attrezzi da scasso (strumenti artigianali ad hoc per forare ed aprire l’infisso in legno), due passamontagna e diversi monili d’oro. Un bilancino di precisione per pesare grammature di metalli preziosi ed una pepita di oro fuso artigianalmente hanno fatto sorgere il sospetto che si tratti di persone ben organizzate.
In considerazione dei gravi indizi di reità emersi durante la perquisizione, nonché del pericolo di fuga del malvivente, che si trova in Italia clandestinamente, Osmani Halit veniva sottoposto a Fermo di indiziato di delitto ed associato al carcere di Venezia assieme al complice.
La mattina successiva, convocando la coppia di coniugi che avevano subito il furto alle ore 17.00, per la denuncia di rito, esponendo in visione i gioielli rinvenuti all’interno dell’appartamento, la signora li riconosceva come quelli che le erano stati asportati dai ladri.