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Jesolo, il vescovo di Gerusalemme racconta Gaza

Il vescovo di Gerusalemme, Monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, porta a Jesolo un messaggio di pace e speranza, denunciando la drammatica situazione umanitaria a Gaza

Jesolo: il Vescovo di Gerusalemme al Sand Nativity con un messaggio di pace e speranza.

Il Vescovo di Gerusalemme e il dialogo interreligioso

Jesolo accoglie Monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme, giunto nella città veneta per l’inaugurazione del celebre Sand Nativity, un evento artistico unico che quest’anno si propone come veicolo di dialogo interreligioso.

Proveniente da San Polo di Piave, sua terra natale, Monsignor Marcuzzo ha visitato la parrocchia di San Giovanni Battista, dove è stato accolto calorosamente da don Gianni Fassina, per poi incontrare la stampa e condividere una testimonianza toccante sulla situazione drammatica a Gaza e in Medio Oriente.

Durante il suo intervento, il vescovo ha descritto una realtà quotidiana fatta di sofferenza estrema, dove la guerra ha lasciato un segno indelebile.

Una crisi umanitaria

“Quello che si vede in televisione – ha affermato – è solo una minima parte della tragedia. A Gaza, 120mila feriti lottano per sopravvivere senza medicine, e la distruzione è totale: scuole, chiese, moschee, persino le strade sono irriconoscibili”. Con queste parole, Monsignor Marcuzzo ha denunciato una crisi umanitaria che richiede risposte immediate e concrete.

Il vescovo ha sottolineato l’importanza degli aiuti umanitari che la Chiesa cattolica, insieme a organizzazioni come i Cavalieri di Malta e del Santo Sepolcro, porta avanti instancabilmente.

Il Sand Nativity

“Ogni 15 giorni – ha raccontato – camion carichi di cibo e medicinali partono per aiutare chi non ha più nulla”. Queste iniziative, sostenute da donazioni provenienti da Europa e Stati Uniti, rappresentano un’ancora di salvezza per una popolazione che combatte contro fame e malattie.

L’inaugurazione dello Jesolo Sand Nativity, con i suoi messaggi universali di pace, è per il vescovo un simbolo di speranza. “La sabbia rappresenta la fragilità dell’uomo – ha dichiarato – ma con questa fragilità si può creare qualcosa di straordinario, come l’arte e l’amore che Jesolo sta portando avanti”. Un messaggio potente che unisce l’arte alla necessità di costruire un futuro migliore, anche nei momenti più difficili.

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