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Jesolo, timori sul ponte di Lueg: turismo a rischio

Il Ponte di Lueg sull’A13 è operativo con una sola corsia per senso di marcia, causando gravi disagi e alimentando timori per il turismo veneto

Jesolo e il nodo del ponte di Lueg: il turismo veneto a rischio paralisi.

Il preoccupante caso del ponte di Lueg

Dal primo gennaio 2025, il ponte di Lueg sull’autostrada A13 del Brennero, fondamentale arteria di collegamento tra l’Italia e il nord Europa, è soggetto a una drastica riduzione della capacità di traffico. Dopo oltre 55 anni di servizio, il ponte è giunto alla fine della sua vita utile, imponendo un intervento di ricostruzione che, per motivi di sicurezza, limiterà la circolazione a una sola corsia per senso di marcia per diversi anni.

Una notizia che ha immediatamente sollevato preoccupazioni tra gli operatori turistici veneti, in particolare quelli di Jesolo, che vedono in questa infrastruttura un tassello cruciale per l’accesso dei turisti tedeschi e austriaci alle località balneari della costa adriatica.

Jesolo in allarme

Pierfrancesco Contarini, presidente dell’Aja (Associazione Jesolana Albergatori), ha espresso con forza le preoccupazioni della categoria: “Questo intervento rappresenta un problema enorme per il nostro settore. Il ponte di Lueg è una delle principali vie d’accesso per i turisti provenienti dal nord Europa, in particolare da Germania e Austria, che costituiscono una fetta importante della nostra clientela.”

“La riduzione del traffico a una sola corsia comporterà file chilometriche e ritardi significativi, trasformando viaggi che normalmente durano poche ore in trasferte estenuanti”.

Le conseguenze per il turismo potrebbero essere drammatiche. “Non vedremo più i nostri clienti arrivare al mattino, rilassati e pronti a godersi la vacanza,” aggiunge Contarini. “Arriveranno tardi, stressati e arrabbiati, con un impatto negativo sull’intera esperienza turistica e, di riflesso, sulla nostra economia.”

La necessità di collaborazione internazionale

Le preoccupazioni degli albergatori jesolani non si limitano all’impatto immediato. I lavori di ricostruzione, che inizieranno nel 2025, dureranno diversi anni, amplificando le difficoltà logistiche e rischiando di influire negativamente sull’afflusso turistico per un lungo periodo.

L’Aja intende portare il tema all’attenzione delle autorità regionali e nazionali, chiedendo un confronto con il governo austriaco per accelerare i lavori e individuare soluzioni che possano limitare i disagi, come deviazioni temporanee o l’introduzione di percorsi alternativi.

La partita del ponte di Lueg si gioca, dunque, sul terreno della collaborazione internazionale. Senza interventi rapidi e mirati, il rischio è che le località turistiche del Veneto paghino un prezzo altissimo per questo cantiere strategico.

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