Il protagonista del libro di Paolo Mameli è Giorgio Paternò, nato in Sicilia ma vissuto 60 anni a Venezia, città per cui ha fatto davvero molto
“Giorgio Paternò è una persona che vale un libro”. Così l’autore di “L’uomo che si legò alla colonna” descrive un uomo che per Venezia ha fatto davvero tanto, da meritare che venisse raccontato. Paolo Mameli è uno scrittore veneziano molto produttivo, e questa volta ci narra una serie di vicende legate al territorio della città lagunare. Un libro che inizia come intervista, e poi si trasforma in narrativa a tutti gli effetti: drammatica, comica, allegra e pensierosa.
Il protagonista è Giorgio Paternò, “Il Generale”, nato a Messina ma vissuto più di 60 anni a Venezia. Le sue iniziative e la sua intraprendenza hanno riportato alla luce l’auge della città che si era persa dopo la caduta della Repubblica Serenissima. Ha contribuito a riorganizzare i Lagunari a Venezia, ha riscoperto la Festa della Sensa, finita ormai nel dimenticatoio, è riuscito a valorizzare il Nicelli, ha lanciato l’idea di ricostruire il Bucintoro, e si è battuto per molte altre cause.
È entrato in contatto con tanti personaggi e uomini che hanno fatto la storia di Venezia, ma non solo. Ha conosciuto Ligabue, Mike Bongiorno, Pippo Baudo. L’incontro con quest’ultimo, allora Giuseppe Baudo, avvenne proprio nella sua terra natale, in Sicilia, quando gli studenti cercavano un presentatore per le gare canore chiamate “Il microfono d’argento”.
Tutti sono invitati alla presentazione del libro che sarà Martedì 17 Aprile alle ore 18.00 presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia. È un libro molto interessante che parla di un uomo combattivo, caparbio, che ha sfidato veramente tutti per raggiungere una meta unicamente intellettuale o sociale, senza un ritorno vagamente personale o economico. Ci vorrebbero uomini col suo entusiasmo anche oggi, che prendano le redini in mano per risollevare questa Venezia.