I temi cardine delle ville lungo la Riviera del Brenta
Benetollo: “Si, Marino Zamboni ha illustrato questo percorso che può essere quello fatto ma che in qualche modo sarà ripreso anche in questa edizione corrente. Ci sono tre elementi che caratterizzano la storia della Riviera. Sono il tema delle ville, il tema dell’acqua e il tema della storia.
Quindi, la villa è una parte importante, fondamentale. Ma l’idea è quella di mettere assieme altre nozioni perché anche l’acqua è un elemento fondamentale. Nell’edizione 2023 sono stati visitati i tre nodi idrici che caratterizzano il Naviglio.”
I tre nodi idrici lungo il Naviglio
“Il primo nodo idrico è quello di Fusina, che è la porta verso Venezia, ma che ha vicino a sé il nodo del Moranzani e, quindi, quella comunità organizzata attorno a delle attività funzionali, mercantili e delle chiuse del Moranzani. È il primo elemento che collega i diversi livelli delle acque della Laguna e della Brenta.”
“Poi il nodo idrico di Dolo che è importante perché ci sono tre elementi caratteristici dell’acqua: i mulini, la navigazione con la conca e lo squero, che rappresenta l’attività produttiva delle acque. Dolo, che ha fatto una politica di valorizzazione dell’isola bassa e di tutti questi elementi, di fatto ambisce quasi a essere la capitale di questo asse tra Padova e Venezia.”
“E, ancora, il nodo idrico di Stra, dove sono concentrate delle situazioni acquee: arriva il Brenta da Bassano, arriva il Piovego da Padova, in parte il Brenta Cunetta e in parte il Naviglio. Ma arrivano anche dei corsi d’acqua secondari tra cui il Tergola. Attorno a questo si è costruita la storia delle acque.”
La civiltà di villa veneta come prodotto della Repubblica di Venezia
“Oltre alla storia delle acque c’è la storia della Repubblica veneziana che, quindi, ha tutto un suo apparato giuridico, un ordinamento amministrativo e un ordinamento di governo del territorio. Sono anche questi i temi che sono stati affrontati nelle parti storiche delle lezioni e che hanno in qualche modo fatto capire come la villa sia il prodotto di una civiltà, per cui si parla di civiltà di villa veneta.”
“Quando parliamo di civiltà noi vorremmo anche spiegare che la Repubblica veneziana vive 1100 anni, dal 697 al 1797 circa, e sono perciò 1100 anni che rappresenta una delle istituzioni politiche più longeve nella storia dell’Europa e la civiltà di Villa Veneta è uno dei suoi elementi cruciali.”
L’intreccio tra storia della Serenissima e genesi della villa veneta
“Se mi chiedo dove nasce la civiltà di villa veneta, non posso mancare di fare un riferimento al mio paese, Vigonza, dove c’è una villa, che è villa Barisoni, dove avviene un fatto importante documentato nel 1520. È una delle citazioni che Antonio Draghi metteva all’inizio della sua idea di territorio di museo diffuso della riviera del Brenta.”
“Lui cita Nicolò Barisoni, abitante di questa villa: “Fiorente ovunque, la pace veneta converte in un podere suburbano. E dalle fortificazioni rotte e ferite dal terrore della guerra, costruiva un pacifico ospizio per gli amici e per le muse” anno del Signore 1520.”
“In questo momento succede che Venezia cede il suo potere, che era sul mare, ad altre potenze. Nel 1492 c’è la scoperta dell’America. Arrivano altre potenze sul mare degli oceani, ma anche sul Mediterraneo. Venezia arretra e comincia a guardare al suo entroterra. Vede che nel suo entroterra ci sono quelle risorse economiche, agricole e di presenza d’acqua che possono diventare il suo granaio e anche l’elemento che va ad alimentare una popolazione che dopo le pesti è anche in aumento.”
Una terra di conflitti
“Guarda il territorio, comincia a inizialmente anche ad invadere. Ricordiamo che Venezia conquista Padova nel 1405,. Fa sparire tutti i Carraresi, anche tutti i loro simboli e i loro segni di potere. Lascia soltanto un elemento che è l’Università di Padova. Ossia salva l’elemento che Venezia ha intravisto come essere l’elemento più importante di Padova.”
“Comincia ad abitare il territorio. Ma quel territorio, ed è citato nell’epigrafe citata, era fatto di fortificazioni. Quando vediamo le tele di Cima da Conegliano e di Giorgione vediamo i castelli sulle colline. Cioè, fine al 1500 il Veneto era un territorio di guerre, di scontri e di conflitti. La Repubblica veneziana decide di cambiare registro trasformando le fortificazioni in case delle muse e delle e degli amici.”
Il passaggio dagli edifici bellici alle pacifiche ville
“La villa veneta nasce dal cambiamento di questa prospettiva. Cioè non servono più i castelli, non servono più le mura. Nasce la villa che non ha più bisogno di mura. Noi non vediamo la villa veneta come un elemento fortificato. Per consentire la costruzione della villa e della barchessa, che sono due elementi importantissimi, dobbiamo prima liberare il territorio dalle guerre. È quello che ha fatto la Repubblica veneziana. Quindi, ha fatto un cambiamento politico e di obiettivi prima ancora che architettonico. La civiltà della villa veneta è una conseguenza di queste scelte.”
Gli elementi fondamentali delle ville, tra Palladio e Scamozzi
“La prima villa di Palladio è del 1538. Le prime ville anche nella Riviera del Brenta avvengono in questi anni. La Malcontenta è di qualche anno successivo, del 1540. Ci sono altri due suoi progetti di Palladio che non non possiamo vedere perché probabilmente sono andate demolite le ville. Arriva anche Scamozzi.”
“Ma ci sono altri architetti anche secondari che vanno a costruire quel patrimonio fatto dalla villa per abitare. La villa ha al suo fianco la barchessa, che è l’elemento produttivo. Sono delle vere e proprie zone agricole, anche artigianali di produzione. Accanto a questi, poi, si sviluppano altri elementi, perché ci sono anche i giardini, ci sono i broli e ci sono i viali.”
La villa veneta, un unicum nel suo genere
“Questa combinazione di elementi tra le ville e l’acqua, cioè l’acqua del Naviglio, è unica nel suo genere. Come cita Scamozzi: “Fra tutte le strade d’Italia, per non dire altrove, cioè dell’Europa, non vi è alcun’altra che si possa uguagliare a quella che da Padova fino a Lizza Fusina nello spazio di 20 e più miglia, sempre a lungo alla Brenta, con tanto concorso di persone e mercanzie quali in tutti i tempi dell’anno”.
Cioè nel suo trattato Scamozzi dice che questa è una delle vie più famose dell’Europa per la combinazione di presenza d’acqua e di ville. Ricordiamo che sono 3800 nel Veneto. Vuol dire che se Marino Zamboni si impegna e ne porta a visitare 10 al giorno, servono tutti i giorni di un anno per visitare le 3800 ville del Veneto, a cui si aggiungono poi le 400 del Friuli. quindi è un impegno importante anche per il futuro.”
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