La prima bocciatura a Zaia dal 2010
Il centro-destra si è diviso, o meglio Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato no, assieme ad alcuni consiglieri della Lega. Dunque è il partito di Zaia che si è spaccato: servivano 26 voti su 50 e invece, a dire sì al provvedimento, sono stati soltanto 23 consiglieri; 22 hanno detto no e 3 si sono astenuti.
Non era un provvedimento che decideva sul fine vita, perché il suicidio assistito è un diritto riconosciuto in questo Paese dalla Corte Costituzionale, ma per Luca Zaia e la maggioranza che lo sostiene si tratta di un cedimento. È la prima volta, infatti, dal 2010 che una proposta sostenuta dal presidente della Giunta Regionale veneta non passa.
Il Presidente spinge per un dibattito
Si tratta di un tema etico, ha commentato Zaia, sul quale tutti devono essere liberi di esprimersi indipendentemente dal partito che rappresenta. Spero, ha aggiunto Zaia, che l’argomento sia affrontato dal Parlamento una volta per tutte, per regolamentarlo o per cassarlo, e non si lasci decidere alla Corte Costituzionale.
Eutanasia e suicidio assistito in Italia: leggi contraddittorie
Va chiarito che in Italia l’eutanasia, ossia l’atto di procurare la morte ad una persona cosciente che ne fa richiesta, è illegale. Il suicidio assistito, invece, che consiste nell’atto con cui una persona si autosomministra un farmaco letale, è legale. Ma deve avere l’autorizzazione di un comitato dell’USL, che in questo momento non ha termini precisi entro cui rispondere.
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