La risposta di Zaia alla CEI sull’autonomia differenziata

Il dibattito sull'autonomia differenziata accende scontri tra le autorità religiose e politiche, con il vescovo Savino e il presidente Zaia divisi su rischi e benefici

La proposta di autonomia differenziata, oggetto di vivaci discussioni in Italia, ha sollevato forti polemiche, in particolare tra le autorità religiose e politiche.

Le preoccupazioni della CEI

Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vice di Matteo Zuppi nella Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha espresso preoccupazione riguardo al rischio che questa riforma crei due Italie: una prospera e l’altra trascurata.

Savino ha descritto l’autonomia differenziata come un “cavallo di Troia” che potrebbe portare a un divario ancora più marcato tra il Nord e il Sud del Paese.

Secondo il vescovo, la mancanza di criteri chiari per la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) potrebbe innescare conflitti e gelosie tra le regioni. Rischiando così di creare un ambiente simile a un Far West tra le regioni meno sviluppate.

L’approccio all’autonomia differenziata

Queste dichiarazioni hanno suscitato una reazione decisa da parte di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e sostenitore dell’autonomia differenziata.

Zaia ha criticato l’approccio del vescovo Savino, suggerendo che le preoccupazioni espresse non si basano su una lettura approfondita della proposta di riforma.

Le parole di Luca Zaia: “Io ho dato totale e piena disponibilità affinché vengano sentite entrambe le campane. La campana d’autonomia potrebbe essere sentita a porte chiuse anche e all’interno della CEI. Magari ascoltando i nostri accademici che sono costituzionalisti, che sono fiscalisti e tributaristi. Potrebbero tranquillamente in una question time della CEI rispondere a tutte le perplessità e domande in modo tale che poi il cardinale Zuppi e i vescovi italiani possano farsi un’idea.”

Un dibattito infuocato

“Anche se in buona fede, non si sono lette le carte. Se nessuno legge le carte capisce tranquillamente che non c’è nessun far west e, soprattutto, non esistono cattolici buoni e cattolici cattivi, dove i secondi vogliono far morire di fame i primi.”

“Sembra che quasi “differenziata” sia a qualcuno dare il turbo e ad altri no. “Differenziata”, lo dice, è un termine utilizzato diciamo dai costituzionalisti per definire che ognuno può chiedere l’autonomia che desidera.”

“Tanto è vero che Einaudi nel presentare la Costituzione il primo gennaio del ’48 diceva ‘Ad ognuno dovremmo dare l’autonomia che gli spetta.’ Considerate nel ’48 avevamo già la Sicilia che aveva uno Statuto pre costituzionale dove aveva già autonomia.”

Il dibattito sull’autonomia differenziata continua a infiammare il panorama politico e sociale italiano, con argomenti e preoccupazioni che riflettono le tensioni regionali e le diverse visioni su come gestire il potere e le risorse tra le diverse aree del Paese.

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