Siamo oggi in collegamento con Giovanni Pelizzato, titolare della storica libreria Toletta di Venezia. Una libreria che ne ha passate tante, che ha lanciato tanti personaggi illustri e che si è distinta anche in periodo di lockdown. Questa volta invece aprirà uno spazio, Toletta SpazioEventi. Un tentativo di ripartenza in una città che si sta sempre più svuotando e fatica a ridisegnare nuovi spazi culturali.
“Esattamente. È questo a mio parere un segnale di cui la città ha bisogno. Una città fiaccata, quasi distrutta dai disastri di acqua alta e covid. Ma che dal mio punto di vista nasconde ancora grosse opportunità, soprattutto nel settore culturale. Il progetto risale a poco meno di un anno fa, e siamo riusciti a concretizzarlo in tempi record, con l’inaugurazione fatta in questo mese.
Si tratta di una riqualificazione del magazzino della libreria, dove non abbiamo fatto altro che spostare ai margini le scaffalature centrali. In questo modo, si è creato spazio sufficiente sia per la presentazione di libri – ne abbiamo già avute 3 – sia per una galleria fotografica. È uno spazio molto adatto a conferenze, grazie al suo ambiente accogliente totalmente immerso nei libri” ha detto Giovanni Pelizzato titolare della storica libreria Toletta di Venezia.
Si è trattato quindi di una semplice operazione di abbellimento del magazzino, a cui non avete dovuto rinunciare in senso pratico. Avete già cominciato i primi di settembre, come procederanno ora i prossimi appuntamenti?
“Continueremo certamente fino alla fine dell’inverno. Allo stesso tempo, avremo sempre un occhio vigile sulle evoluzioni sanitarie a cui la città potrà andare incontro. Al momento, gli ingressi sono contingentati ed è necessario il possesso del Green Pass, vedremo cosa ci riserverà il futuro.”
Che tipo di eventi organizzate? Gli unici soggetti sono i libri, o lasciano in certi casi spazio a dibattiti più ampi?
“In effetti, molto spesso i libri sono proprio un pretesto per innescare discorsi più generali. È sempre stata questa la mia idea fin da quando ho iniziato a gestire la libreria nel 2004. Per il momento, però, il libro rimane ancora un punto di partenza necessario per aprire a questi dibattiti.
Abbiamo presentato per primo il libro Ascolta Venezia!, un libro a più voci che parla esattamente di quelle opportunità legate alla città di cui facevo cenno prima. A questo ha seguito la presentazione del libro di Frank (Francesco) Vitucci sulla stagione ’95-’96 in cui la Reyer vinse il campionato di Serie A2 nonostante il fallimento societario. Infine, un occhio sul libro di Michele Alato, anche curatore degli spazi espositivi della libreria”, ha detto Giovanni Pelizzato titolare della storica libreria Toletta di Venezia.
Quali sono le persone che frequentano questo nuovo circolo letterario?
“Logicamente, si tratta di un pubblico principalmente veneziano. Sia al momento dell’inaugurazione sia a quello delle presentazioni, molti di loro hanno apprezzato il suo aspetto ibrido di magazzino e al contempo spazio vissuto. Le esposizioni, però, hanno un respiro fortemente internazionale. Abbiamo una programmazione molto fitta, e mai una mostra durerà più di 2 mesi. Sono previsti arrivi di autori internazionali di grande importanza, per cui sarà favorito il coinvolgimento tanto dei locali quanto dei turisti con particolari interessi culturali.”
Ma dentro allo stesso pubblico veneziano, ci sono nuovi clienti che state attirando rispetto ai frequentatori abituali?
“Esistono dal mio punto di vista due tipi di veneziani. Quelli che hanno scelto Venezia come propria città di residenza, pochi ma affezionati a essa più di quanto non lo siamo noi veneziani di nascita. E poi tutta una serie di residenti momentanei, tra cui soprattutto universitari venuti in città per studiare, che fanno anch’essi di tutto per restare legati a Venezia vista la qualità della sua vita fatta a misura d’uomo. Questi sono secondo me i “nuovi veneziani” da cui ripartire”, ha detto Giovanni Pelizzato titolare della storica libreria Toletta di Venezia.
Facciamo ora un piccolo excursus storico della libreria. Quando è nata?
“La Toletta nasce nel 1933 grazie agli sforzi di mio nonno, che dopo aver tenuto per qualche tempo un banchetto di libri in Calle de la Mandola decide di stabilizzarsi qui. Il punto di forza della libreria, durato fino all’inizio degli anni ’70, erano i libri di testo usati. Negli anni ’50 si accumulavano code di più di 30 metri per l’acquisto e la vendita di testi scolastici. È una stagione a cui non ho potuto assistere, perché dagli anni ’70 gli editori hanno optato sempre più per una politica di innovazione e di ristampa, e da quel momento in poi la Toletta ha assunto l’impronta che conoscono tutti. Libri, cioè, dei generi più diversi, fino ad arrivare alla manualistica e ai libri per bambini.
Una dozzina di anni fa abbiamo poi intrapreso un percorso di lancio di scrittori emergenti come casa editrice. È una strada che mi sta dando molte soddisfazioni in particolare come modo per riscoprire Venezia, fonte inesauribile di ispirazione. Non solo noi, ma anche altri piccoli editori si stanno dedicando a opere di saggistica e altri tipi per raccontare la città da prospettive sempre diverse, da quella storica a quella di vita quotidiana.”
Grazie. Tenevo particolarmente a questa intervista, perché dimostra che Venezia non è ancora da dirsi morta, ma c’è chi nonostante tutto fa ancora cultura, e questo significa che la città vive.
“Ti ringrazio. È esattamente questo il percorso che da anni sto cercando di mantenere. Parlare di una città che ha ancora tanta voglia di vivere e merita sia un riconoscimento ufficiale, con la Biennale e gli altri eventi che vi si tengono, sia ufficioso e intermedio. Quel riconoscimento che io, per quanto mi è in potere di fare, cerco in tutti modi di assicurare”, ha detto Giovanni Pelizzato titolare della storica libreria Toletta di Venezia.
Prossimo appuntamento?
“Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì alle ore 18, e si terrà la presentazione della stagione espositiva di Michele Alassio, con focus sulle esposizioni che andranno da ora fino al 2022.”
Grazie Giovanni per essere stato con noi.