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Laboratorio “apri e chiudi” sequestrato: evasi 2,6 milioni

E' stato scoperto a Morgano nella Marca, ma di laboratori gestiti da cinesi dove si evade il fisco e si accumulano rifiuti speciali abusivamente, ne sono stati trovati altri in tutto il Veneto. La Guardia di Finanza ha calcolato un'evasione di due milioni e seicento mila euro in 13 anni

Scoperto e sequestrato un laboratorio tessile a Morgano, nella marca trevigiana, con alle spalle una storia di evasione iniziata tre anni fa e del valore di 2 milioni e 600 mila euro.

Il metodo di evasione

L’opificio, che tra l’altro era diventato un deposito abusivo di rifiuti speciali, era stato teatro di ben nove passaggi di gestione fino all’attuale ditta costituita nell’agosto di quest’anno. La vita media di ogni società è stata di uno/ due anni. Giusto il tempo di fatturare 500 000 euro circa e poi fuggire senza pagare le imposte per lasciare poi a chi rimaneva il costo di stoccaggio dei rifiuti.

L’intervento della Guardia di Finanza

Da tempo gli investigatori della Guardia di Finanza denunciano una pratica diffusa tra gli investigatori cinesi ossia “l’apri e chiudi” di società in tempi brevi per evitare il tracciamento di soldi evasi. Prendi i soldi e salta verrebbe da dire, parafrasando il celebre film di Woody Allen. Tutti gli amministratori che si sono succeduti alla guida del laboratorio si sono alternati nella guida della produzione passandosi personale, macchinari e clientela ossia imprese locali, cambiando l’intestazione della partita IVA.

I finanzieri hanno anche posto i sigilli a trenta metri cubi di scarti tessili sparsi in ogni angolo dei locali aziendali. In particolare ciò riguarda l’autorimessa adibita di fatto a discarica e a 21 macchinari per la lavorazione dei capi d’abbigliamento. Tra essi una macchina da cucire, banchi da stiro e lavoro e una pressa per bottoni.

Le condizioni del laboratorio

Il laboratorio, delle dimensioni di circa 300 metri quadrati, era privo di ventilazione e uscita di sicurezza. Carente dei più basilari requisiti per prevenire incendi, smaltire correttamente gli scarti di lavorazione e garantire igiene e ambiente sano ai lavoratori. Inoltre le finestre dell’opificio erano oscurate con teli in tessuto per non mostrare come il laboratorio fosse attivo anche in ore notturne. Dunque gli addetti lavoravano solo con la luce artificiale. L’amministratore della ditta è stato denunciato.

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