Venezia Cambia

L’affermazione di Libralato a livello internazionale

Paolino Libralato viene notato da Beni Montresor, che lo ingaggia per realizzare il fondale del Flauto Magico al Teatro Filarmonico di Verona

Il fondale per gli “Orazi Curiazi” a Roma è stata la prima grande realizzazione fatta da Paolino Libralato come pittore scenografo. Progressivamente, il nome di questo pittore iniziò ad apparire in sempre più teatri, nazionali e non.

Gli strumenti per realizzare una scenografia

“Gli strumenti sono poverissimi. Non abbiamo assolutamente nessun strumento tecnologico. Sono pennelli di scena che si fa sempre più fatica a trovarli. Sono pennelli lunghi 1 m, a volte un po’ pesanti, ci sono pennelli tondi, pennelli piatti. Poi abbiamo delle righe di legno, un cordino, del carbone. Le nostre matite sono lunghe un metro contro un muccino di ottone. Poi abbiamo il nostro muscolo, che è il motore che fa andare l’idea.
La grande tradizione della pittura scenografica passa attraverso una manualità quotidiana faticosa, realizzando bellissime opere scenografiche che poi gireranno in tutti i teatri del mondo.

La presenza Paolino Libralato nei teatri nazionali e internazionali

Paolino Libralato ha lasciato il segno in numerosi teatri italiani e stranieri. Per citarne alcuni: il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Massimo a Palermo, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Comunale di Cagliari, Bari, e poi all’estero il Teatro di Tokyo, il Teatro Nazionale San Carlo di Lisbona, l’Opera di Parigi, il Teatro dell’Opera di Utrecht, Lubiana, il Teatro dell’Opera di Washington negli Stati Uniti.
“Non pensavo assolutamente di aprire un mio atelier emulando un po’ il mio maestro. Quindi diventare anche un piccolo imprenditore, perché comunque aprire una bottega vuol dire avere anche un dialogo con tante altre cose, anche un po’ più noiose: le partite IVA, le fatture, etc. Un mondo che assolutamente non mi è congeniale.”

Beni Montresor e il Flauto Magico

“Il dialogo poi esplose dopo questo fondale con il resto dell’Europa perché Beni Montresor, che tornava dall’America, era a Roma proprio quei giorni degli Orazi Curiazi per fare una suo spettacolo. Vide il fondale e disse: “Ma io voglio fare un Flauto Magico al Filarmonico di Verona e voglio quel pittore”. Il datore di lavoro di questa ditta, “Anteprima”, gli ha detto che era un ragazzo della provincia di Venezia.”
“Questo datore di lavoro mi ha spinto tra le braccia di questo maestro, che io conoscevo già di nomea. Ero molto timorato perché conoscevo il gran rigore che questo signore progettista e costumista aveva lavorando da 40 anni in America. Lui era di Verona comunque.”
“Feci questa follia: presi un capannone per realizzargli proprio il Flauto magico. È stata veramente una grandissima avventura umana che mi ha veramente elettrizzato. Non riuscivo a farglielo come voleva lui, avevo delle difficoltà tecniche abbastanza pesanti. Alla fine riuscimmo a superarle molto bene e andammo in scena. Questo fece come una cassa di risonanza per il resto. Tutti parlavano del Flauto magico del maestro Montresor. Quindi tanti scenografi cominciavano a darmi del lavoro, non solo in Italia, ma anche all’estero.”

GUARDA ANCHE: Libralato e il fondale per il Teatro d’Opera di Roma

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