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Il lavoro degli immigrati vale il 10% del Pil

Dopo 3 anni di calo, la presenza di immigrati torna a crescere. Record a Mansuè e San Bonifacio. Il contributo economico vale un decimo del PIL regionale.

Sono i dati della fondazione Leone Moressa che ha pubblicato con il contributo di Cgia il rapporto annuale sull’economica dell’immigrazione. I dati rivelano che il veneto ha un potenziale di integrazione, tanto che nel 2017 gli occupati stranieri in Veneto erano 238 mila, pari all’11,2% del totale.

Valgono il 9,9% del Valore Aggiunto complessivamente prodotto, ovvero quasi 14 miliardi di euro e assieme hanno versato 355 milioni di Irpef anche se il loro reddito si aggira mediamente sui quasi 15 mila euro l’anno ossia 8 mila in meno rispetto alla media degli italiani.

Le principali nazionalità sono presenti in Veneto da oltre 10 anni: oltre un quarto viene dalla Romania (123 mila). Seguono Marocco (45 mila), Cina (35 mila) e Moldavia (34 mila). Verona è la provincia con più stranieri (105 mila), seguita da Padova e Treviso (rispettivamente 94 mila e 91 mila).

L’aumento degli arrivi, 25 mila dall’estero e 28 da altre regioni italiane è legato alla ripresa. Tuttavia soltanto 2000 sono giunti nel veneto per cercare lavoro , la metà è arrivata per ricongiungersi alla famiglia e un terzo sono rifugiati o richiedenti asilo.

A livello comunale, in termini assoluti il Comune con più stranieri è Venezia (36 mila), seguito da Verona e Padova. Osservando l’incidenza sulla popolazione residente, il primato spetta a Mansuè (TV), con il 18,9%. Seguono San Bonifacio (VR) con il 18,6% e Lonigo (VI) con il 17,0%. Tra i Comuni capoluogo, spicca Padova con il 15,9%. Una curiosità a san Bonifacio nel 2017 quasi la metà dei nati 42,4 % era straniera.

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