Con questi ritmi sarà impossibile imbottigliare la Basilica di San Marco con le barriere di vetro per fermare l’acqua alta. In quattro giorni la marea ha allagato il cantiere tre volte e gli operai sono costretti a lavorare a singhiozzo.
La marea fa slittare le barriere per la Basilica di San Marco
A denunciarlo sono le maestranze delle imprese che stanno lavorando sul perimetro dell’unico simbolo millenario della cristianità rimasto in piedi, tanto che in queste ore hanno gettato la spugna e ai direttori del cantiere hanno richiesto un nuovo termine ultimo per evitare le penali.
I lavori sono stati consegnati il 23 agosto, dopo mesi di lungaggini burocratiche. Già allora le imprese costruttive Renzo Rossi avevano protestato, spiegando che la data non poteva essere più infelice, dato che coincideva proprio con l’inizio della stagione delle alte maree. Infatti martedì l’acqua è tornata in piazza, salendo pochi centimetri sopra al medio mare, ma abbastanza per allagare gli scavi.
Poi, il tempo di defluire e dare qualche ora di tregua ai muratori ed è tornata a salire il 5 ottobre. Di nuovo e defluita, fino a tornare ieri 6 ottobre, sempre rimanendo sotto il metro, quindi non facendo scattare l’intervento del Mose.
Tempi dilatati: intervenga il Provveditorato
I tempi si allungheranno anche perché non è possibile ordinare il vetro, data l’impossibilità di definire il tracciato preciso della barriera. Nulla che non si sapesse, sostengono le imprese, ma i 120 giorni di tempo fissati, sufficienti in primavera, non bastano in autunno. Ormai le imprese pensano di consegnare i lavori a marzo. Chiedono al Provveditorato di gestire la situazione da subito: che faccia, quindi, da testimone dei motivi del ritardo dell’intervento.