Le mie mani
Che mi vergogni io ad essere contadina?
Ma vergognatevi voi se non lo siete
Se in tavola vi abbonda il pane e il vino
Queste mie mani ringraziar dovete
È vero, non sono mani gentili
Ma non hanno mai fatto cose vili
Sono nere e callose, cotte dal sole
Ma hanno il vanto di mani operose
Lavorano e mai si stancano
E valgono di più di cento mani bianche
Una poesia didascalica
Questa stupenda poesia didascalica ci fa sognare e tornare indietro nel tempo, quando il bellissimo Veneto aveva una propensione perlopiù contadina. Si tratta di un’elevazione della figura dell’agricoltore, persona di buon cuore e di animo gentile, operosa e con valori lavorativi ben saldi. Un insegnamento di cui di certo oggi abbiamo bisogno per tornare a pensare a una vita bucolica, ma piena di affanno e sudore che, però, rendeva i suoi frutti.
Una parentesi di certo bucolica in un contesto storico bellico che ha riempito tutto il secolo breve, a cui però possiamo ripensare e associare a tanti nonni veneti.
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