Quelle dita affusolate ad indicare un misterioso altrove, quei sorrisi appena abbozzati e quei fiabeschi paesaggi azzurrini. La lezione di Leonardo si coglie al volo in ognuno dei suoi allievi. Un buon numero di questi sono presenti alla mostra “Leonardo e la sua grande scuola” aperta a Venezia a Palazzo Giustinian Lolin sede della fondazione Levi.
Marco d’Oggiono, Cesare da Sesto, Giovan Pietro Rizzoli detto Giampietrino, Bernardino Luini, il prediletto Gian Giacomo Caprotti di Oreno, detto Salaì, Saladino ovvero diavolo. Dalla bottega di Leonardo da Vinci, oggi celebrato per i 500 anni dalla sua morte, uscirono pittori di talento, certo non così geniali come il sommo maestro ma sicuramente importanti nel diffondere una pittura nuova, non solo ma anche nel copiare opere poi andate perdute secondo i dettami dello stesso Leonardo che incitava i discepoli a copiare per maturare la tecnica.
Leonardo e la sua grande scuola
Sono 24 le opere scelte dal curatore Nicola Barbatelli e visibili a Venezia fino al 25 agosto e se in molti dipinti vien da immaginare quasi certa la mano del maestro non ci sono dubbi per l’attribuzione a Leonardo di due disegni, una testa di vecchio e un frammento relativo a la battaglia di Anghiari, leggendaria pittura murale realizzata per il salone dei 500 a Palazzo Vecchio a Firenze e andata completamente perduta. Dalla laguna la mostra si sposterà a Pechino e poi in altri luoghi della cina.
Fotografare Leonardo
Tra le iniziative collaterali alla mostra “Leonardo e la sua grande scuola” segnaliamo sabato 27 e domenica 28 luglio,“Fotografare Leonardo ” lezione di shooting e post produzione con il fotografo Lorenzo Carrus, per imparare a immortalare un’opera d’arte col proprio smartphone.