Liceo Galileo Galilei di Dolo festeggia i suoi 50 anni

Patrizio Zanella illustra il libro del liceo Galileo Galilei "I nostri primi cinquant’anni. 1970-2020. Storia, nomi fatti e testimonianze"

Oggi a La Voce della Città Metropolitana, Maria Stella Donà ospita Patrizio Zanella, docente del liceo scientifico statale Galileo Galilei di Dolo. Durante il Covid-19 è stata fatta una raccolta di aneddoti e storie del liceo che nel 2020 ha compiuto 50 anni.

Il libro dedicato a questa ricorrenza è “I nostri primi cinquant’anni. 1970-2020. Storia, nomi fatti e testimonianze” a cura di Vittorio Pierobon, giornalista de Il Gazzettino, Patrizio Zanella e Enrico Moro, uno studente.

Il libro è scritto da moltissime mani e ci sono molte interviste. Questa scuola quando è stata aperta è stata un evento che ha cambiato i connotati culturali della zona. È esatto?

“Diciamo che, quando si scrive un libro, significa che c’è qualcosa da dire. In 50 anni il liceo ne ha di cose da dire e da raccontare. Basti sapere che ci sono voluti 10 anni solo per decidere il nome.

Prima era solo una succursale del liceo Giordano Bruno e Ugo Morin di Mestre. Se pensiamo che nel 1970 c’erano solo 20 studenti, ora ce ne sono 1230 distribuiti in 51 classi. Luigi Carretta, il preside, è in servizio da ben 13 anni”.

I primi studenti sono stati dei veri e propri pioneri dei liceo Galileo Galilei

“Si erano ritrovati con un problema logistico non da poco: dovevano recarsi a Mestre per fare l’ora di educazione fisica e, infatti, chiedevano sempre l’esonero. L’obbligo di legge fu tale che questi ragazzi si sobbarcarono questo tipo di fatica. Ma c’è anche un altro aneddoto.

La prima sede era nelle aule di un asilo infantile: quando le suore vedevano gli adolescenti baciarsi, li invitavano ad andarsene. Questa è stata la prima delle otto sedi che in cinquant’anni il liceo ha conosciuto”.

Sfogliando il libro ho trovato la prima occupazione del liceo. Anche noi essendo in provincia abbiamo avuto il coraggio di fare questa cosa avventurosa e sovversiva.

“Era il 1976, un periodo caldo. L’occupazione era dovuta a problemi oggettivi, seri, che vedevano il liceo crescere numericamente senza la disposizione di spazi. Ecco allora che questa occupazione era una forma di protesta severa che invitava le istituzioni ad occuparsi della scuola che stava letteralmente scoppiando”.

Il liceo Galileo Galilei è stato importante anche per il tessuto economico del territorio. Bisogna essere lungimiranti per istituire una scuola perché dà tutta un’altra impronta a chi ci vive.

“La realtà industriale della Riviera del Brenta ci è stata molto vicino anche nel supporto economico del libro. Il supporto di tutta la camera del commercio del territorio ha risposto all’invito di sostenere l’operazione editoriale. I ragazzi che escono dal liceo avranno una formazione che verrà restituita al territorio quindi non c’è solo l’indirizzo prestigioso, ma un prodotto che si chiama cultura”.

“Non si può imparare a scuola ciò che farà il mondo l’anno prossimo”. È la storia che insegna il passato ma è la scuola che fa la storia del futuro.

“L’apprendimento del sapere ha una velocità incredibile. Sul piano del sapere umanistico le cose però sono più lente, le tecniche sono più veloci ma sul piano dell’apprendimento umanistico una solida formazione liceale ha i suoi meriti”.

C’è anche il ricordo di una ragazza che ricorda quando ha partecipato alla festa prima della maturità

“Un classico. Verso marzo quando c’è aria di primavera, i ragazzi vengono a scuola in maniera elegante perché prossimi alla prova di maturità. Enrico Moro si è occupato degli ex allievi mentre Vittorio Pierobon dell’introduzione”.

Sentiamo le parole di Vittorio Pierobon

“Questo è un libro scritto a mille mani. Perché oltre all’impegno degli autori, c’è il lavoro dell’intera scuola e del suo personale. È questo il bello della pubblicazione: ha l’obiettivo di riunire tutte le persone che avevano come denominatore comune il liceo Galileo Galilei di Dolo. Da qui ne esce una realtà viva e forte che si identifica nel territorio. Sfogliando l’albo degli iscritti si scopre che questa scuola è stata una fucina di cultura”.

Uno studente nel libro dice: “Ricordo la costruzione di un apparecchio rice-trasmittente”

“L’ambito matematico-scientifico è uno dei più curati. Ci sono state delle sperimentazioni premiate anche a livello universitario. Altri concorsi a livello scolastico e universitario hanno visto le nostre classi ritagliarsi uno spazio non da poco. Ad esempio, sono state chiamate due volte alla trasmissione Rai “Per un pugno di libri” insieme a un liceo napoletano”.

“Volevo andare nella sezione degli sportivi ma ho dovuto attendere un anno”, racconta Aglaia Pezzato

“Lei è una nostra atleta che è andata a vincere le olimpiadi di nuoto con Federica Pellegrini”.

Attorno a questo libro ci sono anche degli eventi e delle manifestazioni che state organizzando?

“Il cinquantenario si è chiuso con l’anno scolastico. Tutto l’anno scolastico ha visto un succedersi di avvicendamenti ed è stato fatto anche un murales. Gli allievi hanno portato delle testimonianze ed è stata data centralità alla figura di Galileo Galilei con incontri di una certa levatura. Si vuole sostenere l’importanza della conoscenza e della cultura e anche della sua trasmissibilità”.

Durante il covid si pensava che tutti stessero davanti alla televisione e invece è nato questo libro sul liceo Galileo Galilei

“Nonostante la fatica, alla fine la determinazione del gruppo redazionale ha permesso di raccogliere tante testimonianze. Il libro si può leggere o solo sfogliare grazie al suo corredo iconografico. C’è anche una simpatica testimonianza di Alvise Maniero che brillava già per le sue intuizioni giovanili”.

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