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Lio Piccolo, cosa raccontano gli scavi subacquei

Gli scavi archeologici subacquei a Lio Piccolo rivelano una vasca romana con ostriche secolari, evidenziando l'importanza storica e ambientale della regione lagunare

Già ai tempi dell’antica Roma le ostriche erano considerate una prelibatezza, al punto da realizzare dei veri e propri allevamenti come quello emerso a Lio Piccolo nel comune di Cavallino Treporti. Lo sappiamo grazie agli scavi di archeologia marina condotti dal dipartimento di studi umanistici dell’università veneziana di Ca’ Foscari.

Allevamenti di ostriche nell’Antica Roma

Tra poco, esattamente nel mese di luglio, riprenderanno gli scavi subacquei. Si tratta della quarta campagna guidata dal professor Carlo Beltrame, con l’assistenza della ricercatrice Elisa Costa. Le operazioni sono iniziate nel 2021 e hanno portato alla scoperta lungo il canale Riga di una vasca per mantenere vive le ostriche. Questa fu costruita nel I sec. d.C. e faceva parte probabilmente di una villa romana. All’interno della vasca sono conservate ancora centinaia di ostriche, possiamo dire quasi un unicum.

Questa struttura di Lio Piccolo, infatti, costituisce uno degli unici due esempi noti nel mondo romano. Collegati al vivarium, ovvero al vivaio in mattoni e tavolati in legno, sono stati messi in luce anche dei pali di quercia di un edificio sicuramente importante, vista la presenza di centinaia di frammenti di affreschi sparsi sul fondale. Indizio, questo, che suggerisce trattarsi di una villa di pregio.

Scavi archeologici subacquei a Lio Piccolo

Lo scorso anno era stata inoltre ritrovata una preziosa gemma di agata incisa con la figura mitologica della principessa di Lidia Onfale. Anche questo elemento avvalorerebbe l’ipotesi che si tratti di un sito frequentato da romani benestanti.

Le attività di quest’anno si inseriscono in un progetto di ricerca più ampio, che intende ricostruire il paleoambiente della laguna nord e le dinamiche insediative. Ma anche lo sfruttamento delle risorse e le tecniche costruttive in età romana. Specialmente per quanto concerne L’aspetto della portualità e della navigazione verso Altino.

Negli ultimi anni il progetto ha portato alla reinterpretazione della cosiddetta Torre Romana di Canale San Felice, in realtà una cisterna pozzo confrontabile con un’altra, molto meglio conservata, che si trova sott’acqua presso Ca’ Ballarin. E alla ricostruzione della portualità urbana di Altino, attraverso indagini non invasive presso Valle Rossa e aree interne del Municipium.

Lo scavo, finanziato in parte anche dal comune di Cavallino Treporti, contribuirà anche allo studio dei cambiamenti climatici e dei livelli del mare, fornendo in tal senso dati relativi all’antichità.

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